A Roma ora tutti elogiano De Rossi e lo pongono in antitesi con l’ultimo Mourinho: secondo un ex giallorosso la chiave del successo del nuovo tecnico sta nella semplicità.
Dopo essere stato esonerato dalla Roma, José Mourinho ha rivelato che per pur di rimanere in giallorosso aveva rifiutato la possibilità di allenare il Portogallo e ricche proposte arabe. Lo Special One, però, non ha mai menzionato l’ipotesi Brasile. Ora un ex portiere brasiliano della Roma è tornato sul possibile contratto fra i verdeoro e il portoghese.
Julio Sergio, che in passato è stato un tesserato della Roma e attualmente lavora come vice-allenatore del Coritiba, ha parlato ai microfoni di TvPlay di Daniele De Rossi, di Mourinho e del diverso approccio tattico dei due allenatori. Per Sergio, De Rossi sta funzionando grazie alla sua umiltà e al concetto di semplicità applicato al gioco.
“Finora è stato umile e intelligente“, ha rivelato Sergio. “Si è preoccupato di far funzionare le cose semplici. La squadra ha giocatori come Lukaku e Dybala per fare la differenza, quindi De Rossi si è preoccupato di privilegiare la semplicità, assegnando movimenti più elementari alla difesa“.
Per altri versi, De Rossi sembra anche essere stato aiutato dalla fortuna: “De Rossi si è ritrovato per esempio uno Svilar in forma super. E ha sempre avuto a disposizione Dybala. Un po’ me lo aspettavo che avrebbe fatto bene come coach, perché già coordinava bene il gioco quando era un calciatore. Ha ottenuto una risposta molto positiva e ha già raggiunto bei traguardi: un bellissimo inizio, il suo”.
L’intervistato si è poi detto abbastanza deluso dal fatto che Totti non faccia parte della Roma. “Francesco è una leggenda e non mi sembra normale che lui non sia coinvolto con la società. Sappiamo però che ha passato un momento particolare e poi ha preso una sua strada dopo aver lasciato la Roma. A me piacerebbe vedere lui dirigente, io al suo fianco e De Rossi allenatore!”
Julio Sergio, pur lavorando per il Coritiba, sta continuando a collaborare con la Roma: “Proprio la Roma mi aveva invitato a fare l’ambasciatore nel Sudamerica. Ne abbiamo parlato e abbiamo sviluppato varie idee, e oggi ho un accordo per fare delle cose in Sudamerica. Mi occupo di mercato, anche se non in esclusiva”.
“A me non importa della nazionalità del CT del Brasile. Gli allenatori brasiliani sono bravi ma tanto diversi da quelli europei. Io ho chiesto di persona a Mourinho se avesse voluto, ma mi ha detto no, almeno in quel momento. Oggi non lo so. Con la nazionale però abbiamo perso quasi un anno a chiacchierare su Ancelotti a cui secondo me non hanno fatto neanche una telefonata, perché poi ha rinnovato col Real Madrid. L’organizzazione del calcio brasiliano è un problema, perché abbiamo ancora i migliori giocatori, ma non li sviluppiamo come dovremmo”.
Questo contenuto è stato modificato 29 Febbraio 2024 17:41
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