Sinner, grazie a questa rivelazione adesso è tutto più chiaro: l’aveva con sé anche in Australia e ha fatto la differenza.
I membri del suo team li conosciamo tutti, dal primo all’ultimo. Sono quelli che, durante le partite, tremano e sognano insieme a lui. Sono quelli sui quali le telecamere indugiano spesso e volentieri, perché è sempre interessante scoprire come se la passi chi resta nel box a fare il tifo per il proprio campione del cuore.
Accanto a Jannik Sinner non ci sono, però, solo i famosissimi Darren Cahill, Simone Vagnozzi, Giacomo Naldi e Umberto Ferrara. Gravita nella sua orbita anche Felice Calabrò, e non preoccupatevi se il suo nome sembrerebbe non dirvi nulla. Non è in vista come i due coach, come il fisioterapista e come il preparatore dell’altoatesino, ma ha comunque un ruolo importantissimo nell’universo del nativo di San Candido. Lui ha 58 anni, viene da Salò ed è il fotografo professionista che segue Sinner e i suoi nelle trasferte in giro per il mondo. Ama il tennis a sua volta e ha avuto la possibilità di stringere un legame molto forte con il nuovo numero 3 del mondo.
Per questo motivo, il Corriere della Sera ha ben pensato di intervistarlo e, perché no, di strappargli qualche aneddoto sul campione del momento. Qualche chicca ce l’ha pure regalata, ma senza mai ovviamente oltrepassare quel muro di riservatezza che Jannik ha costruito attorno a sé. Rivelandoci però, di contro, un piccolo segreto che ha fatto luce, all’improvviso, sul successo che ha travolto il portacolori azzurro.
Sinner, questo spiega tutto: ha portato fortuna
Dopo aver sottolineato quanto riservato debba essere, a sua volta, per poter lavorare con Sinner, Calabrò ha raccontato ai lettori del Corsera di essere il “responsabile”, in un certo senso, dell’exploit del tennista azzurro.
Il merito è del talento di Jannik, ovviamente, ma è stato il fotografo a mettergli in mano, poco tempo fa, un oggetto che potrebbe avere in qualche modo contribuito alla sua scalata all’Olimpo del tennis. “Quando ho saputo che a Napoli avevano creato una statuina del presepe in suo onore – ha detto – mi sono attivato per comprarla. Così gliel’ho consegnata a Montecarlo, a fine dicembre, prima che andasse a Melbourne. Jannik era contento, ha detto che si augurava gli portasse fortuna. E direi che è andata bene…”.
Della statuina in questione vi avevamo parlato qui durante le festività natalizie, quando l’altoatesino non era ancora un campione Slam. Quando tutto doveva ancora succedere e quando tutti potevamo solo sognare che accadesse. E chissà che questo amuleto venuto dal Sud non ci abbia davvero messo lo zampino…