Sinner, sentenza inappellabile: ecco cosa è stato detto a proposito del tennista azzurro e a chi lo hanno paragonato.
Loro lo conoscono bene. Con lui hanno condiviso, d’altra parte, momenti indimenticabili. C’erano anche Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti, infatti, nel battaglione azzurro che, nello scorso mese di novembre, ha regalato all’Italia il sogno di riprendersi la Coppa Davis. E pure loro hanno dato un contributo imprescindibile, determinante tanto quello del trascinatore della competizione, vale a dire Jannik Sinner.
Se i due Lorenzo hanno parlato di lui a Il tennis italiano, dunque, è perché ne avevano la facoltà. Perché hanno avuto il privilegio di conoscere non solo il Sinner che vediamo tutti, quello che in campo si batte come un leone. Hanno incontrato anche l’altro Jannik, quello che quando si stacca dalla sua racchetta diventa un ragazzo come tutti gli altri. Poco mondano e molto più semplice di tanti, magari, ma pur sempre un giovane di 22 anni con tanti sogni nel cassetto e la voglia di realizzarli tutti, dal primo all’ultimo.
Fa piacere, perciò, che i suoi due connazionali abbiano parlato di lui in termini così lusinghieri. Che abbiano usato parole che lasciano trasparire chiaramente quanto lo stimino e quanto lo rispettino. Quanto siano orgogliosi di giocare in Nazionale al suo fianco e come la sua scalata al successo sia, per loro, uno stimolo a fare sempre meglio, cosa che guarda ha detto anche Matteo Berrettini, qualche giorno, fa in conferenza stampa.
Sinner come Djokovic: lo dicono loro
Lusinghiero è, innanzitutto, il modo in cui lo hanno paragonato a Novak Djokovic, uno dei più grandi tennisti che la storia di questo sport possa, ad oggi, annoverare. “Sono i due che rispondono meglio al mondo – ha detto Sonego – che sanno giocare meglio i momenti più importanti. Sono i i più freddi che conosco, i più solidi del circuito. E i più continui: mentalmente, fisicamente, tecnicamente”.
“In che cosa è diverso da Djokovic? Uno è più giovane, l’altro più vecchio – ha detto ancora il giocatore piemontese – Scherzi a parte: Jannik riesce a raggiungere velocità molto alte, usa accelerazioni che anche Novak possiede, ma che usa di meno. Djokovic a rete gioca un pochino meglio, è più sicuro, Jannik però è migliorato tanto anche lì”. Infine, una previsione a due voci sul futuro “in rosso” del loro amico Sinner.
“Se può vincere anche sulla terra rossa? Può giocare bene ovunque – questo il parere di Sonego – Il suo tennis è così completo che può battere chiunque su tutte le superfici”. “La terra non sarà mai la sua superficie preferita – ha detto invece Musetti, che tra qualche giorno diventerà padre – ma l’anno scorso a Monte Carlo giocava davvero bene, in semifinale era avanti un set con Rune, quindi può ripetersi ancora. Certo, una terra lenta, pesante, magari non lo fa impazzire. Ma può giocare ovunque, del resto ormai siamo tutti tennisti universali, è difficile trovare uno specialista”.