Berrettini, c’è una grande novità: con questa arma segreta il romano cercherà di tornare sulla scena mondiale.
Anche lo scorso anno aveva visto nel Challenger di Phoenix una concreta opportunità di riscatto. Solo che in Arizona, poi, non aveva brillato. Si era fermato ai quarti di finale e la cosa non aveva giovato, probabilmente, alla sua – a quel tempo precaria – autostima. Stavolta, però, il contesto è diverso. E diverso sarà pure il Berrettini che scenderà in campo a due passi dal Grand Canyon.
Matteo si allena con grande costanza e determinazione da oltre un mese e questo ci fa ben sperare circa le sue condizioni di salute. Farà di tutto, quindi, per onorare la sua presenza lì e per fare tesoro della wild card che gli organizzatori, quasi certamente, gli offriranno. Sarà la prova del nove, dunque, prima del test più importante. Il tennista romano si è iscritto anche al Masters 1000 di Miami – mentre salterà, come ufficializzato in conferenza stampa, quello di Indian Wells – e in quella circostanza sarà chiamato a confrontarsi con i big. Con quegli stessi grandi di cui lui stesso, un tempo, faceva parte.
Sfoggerà per la prima volta in assoluto la sua nuova arma segreta, oltretutto, sul cemento della Florida. Avendone diritto, Berrettini sfrutterà il ranking protetto, una misura pensata per i tennisti che, proprio come lui, tornano in gara dopo un’assenza di almeno 6 mesi.
Ranking protetto per Berrettini: come cambierà la sua situazione
La normativa alla quale Berrettini ha fatto ricorso consente al giocatore, sostanzialmente, di guadagnare qualche posizione in classifica. Parecchie, nel suo caso. Il finalista di Wimbledon è al momento 124esimo nel ranking Atp e “scalerà” ben 50 posizioni grazie al ranking protetto.
Entrerà nel tabellone principale del Masters 1000 di Miami come numero 74 della classifica mondiale e non dovrà disputare, pertanto, le qualificazioni. La misura del ranking protetto consiste, in sostanza, in una valutazione della posizione che il giocatore occupava nei tre mesi antecedenti l’infortunio, o comunque l’ultima partita giocata, e decreta, facendo una media, quale possa essere la sua nuova posizione virtuale. Potrà usufruirne per non più di 9 tornei e nell’arco temporale di 9 mesi al massimo.
Berrettini non dovrà ripartire dal basso, dunque, sebbene la sua scelta di passare dal Challenger di Phoenix indichi chiaramente che abbia voglia di fare le cose con calma e con criterio. Tutto è stato calcolato al millimetro, insomma, nella speranza che questa possa essere, finalmente, la volta buona per tornare definitivamente sulla scena mondiale.