Sinner, ecco perché il tennista altoatesino non vedeva l’ora di partire: appuntamento irrinunciabile in Italia.
Annunciata non lo era neanche un po’. Quella in cui è riuscito Jannik Sinner è, anzi, una vera e propria impresa. A Rotterdam non doveva solo difendere i punti che aveva messo in tasca approdando in finale lo scorso anno; era chiamato, bensì, a sfatare un tabù, a dimostrare che è vero, come si dice, che volere è potere.
L’ultimo ad essersi imposto in un torneo subito dopo aver vinto uno Slam era stato Leyton Hewitt. Ma parliamo di 23 anni fa, non di ieri. Ce n’è voluto, quindi, perché sbarcasse nel circuito qualcuno che si rivelasse così incredibilmente continuo e sulla cresta dell’onda. Tanto più che, oltre ad essersi aggiudicato il dodicesimo titolo Atp della sua carriera, ha battuto in parallelo anche un altro record. Sinner è il primo tennista italiano, nell’era Open, ad essere salito al terzo posto della classifica mondiale. Avrà pure reso “normalità” ciò che prima era raro ed eccezionale, come dicono in tanti, ma di certo non si può non riconoscere la grandiosità delle imprese del barone rosso di San Candido.
Adesso può finalmente festeggiare e lo farà alla sua maniera. Niente bagordi, niente eccessi. Non sarebbe da lui. Jannik aspettava da tanto questo momento e nella giornata di domenica, subito dopo avere alzato al cielo la coppa di Rotterdam, ha fatto le valigie per poter partire il prima possibile. Destinazione? Italia, ovviamente. Per un appuntamento addirittura più importante di quelli con il Presidente del Consiglio e con il Presidente della Repubblica.
Sinner il campione non ha occhi che per loro
Da oggi e per qualche giorno il tennista azzurro non avrà occhi che per lei: per la sua famiglia. Il nuovo numero 3 del mondo non era tornato in Trentino, nei giorni immediatamente successivi all’Australian Open, per rispetto nei confronti dei familiari delle vittime di un brutto incidente avvenuto in zona.
Ora, però, è giunta l’ora più bella. Quella di correre da mamma Siglinde e papà Hanspeter per celebrare, finalmente, i successi delle ultime tre settimane. “Mi sono mancati molto”, ha ammesso alla Gazzetta dello Sport, mettendosi a nudo come figlio perfetto, oltre che come insuperabile campione. Ma lì, tra le nevi in cui è cresciuto, non ci sono solo i genitori e il fratello Mark. Troverà ad attenderlo qualcun altro che ha ancor più voglia di abbracciare.
“Starò soprattutto con i nonni – ha raccontato il re di Melbourne e di Rotterdam – stanno diventando anziani e li vedo poco. Voglio godermi un po’ di tempo con loro”. Niente sciate in vista, stavolta. “Ho solo una manciata di ore e penso che le passerò a riposarmi prima di ritornare a Monaco e rimettermi al lavoro – queste le sue parole – Una settimana di allenamento e poi si va in America”. Noi possiamo iniziare già a sognare, oppure ci concediamo, come lui, qualche giorno di tregua?