Sinner ci ha pensato a lungo, ma alla fine ha preso una decisione molto importante: ecco cosa farà da questo momento in poi.
Jannik Sinner non è un sognatore. O meglio, sogna, ovviamente, di conquistare un giorno la vetta più alta del ranking Atp. Sa tenere benissimo, però, i piedi per terra, tanto è vero che non è abituato a pensare troppo in grande. Si è sempre posto dei micro-obiettivi e ha fatto in modo di raggiungerli uno ad uno. Senza fretta, senza bruciare le tappe.
Non aveva in mente, lo scorso anno, di spingersi fino al quarto gradino del podio. E invece, complici la sua determinazione e la sua grinta, ci è riuscito. Anche adesso, quando gli si parla della prospettiva che diventi il numero 1 al mondo, indugia. Sa che, molto probabilmente, un giorno arriverà anche lassù, ma preferisce godersi il viaggio e il tragitto, piuttosto che guarderà troppo in là. Non è questa, peraltro, al momento, la sua priorità. Sinner ha in mente qualcos’altro. Il piano per il 2024 è ambizioso e in cima alla lista delle cose da fare c’è, per lui, trionfare alle Olimpiadi.
Nei giorni scorsi gli è stato chiesto, a bruciapelo, di scegliere quale opzione preferisse tra: 1), vincere un altro Slam; 2) diventare il numero 1 al mondo; 3) vincere una medaglia alle Olimpiadi. E indovinate un po’ qual è stata, forse inaspettatamente, la sua risposta? Sì, potreste avere capito bene: tra i due litiganti il terzo gode e Jannik, adesso, vuole con tutto se stesso un oro olimpico.
Alcaraz come Sinner: un oro è per sempre
Ha il suo stesso desiderio il suo amico-rivale Carlos Alcaraz, al quale nelle scorse ore è stata posta una domanda molto simile. A lui è stato chiesto cosa preferisse tra vincere il Roland Garros e vincere le Olimpiadi. E anche lui, come il suo avversario altoatesino, si è affrettato a sottolineare quanto siano importanti i Giochi di Parigi ai suoi occhi.
Ci sta. Un tennista ha 4 possibilità l’anno di aggiudicarsi uno Slam, mentre ne ha 1 sola ogni 4 anni per mettere al collo una bella medaglia. È del tutto comprensibile, dunque, che in questo momento della loro carriera sognino di essere degli eroi nazionali – dopo la Davis Sinner, per la verità, lo è già, ma bissare non fa mai male – e di scrivere una nuova pagina della storia sportiva del proprio Paese.
“Conquistare una vittoria così – ha detto Alcaraz per giustificare la sua scelta – per la Spagna sarebbe il punto più alto della carriera”. Sinner, invece, dal canto suo, ha sottolineato quanto gli piaccia il fatto che alle Olimpiadi si giochi sia per sé che per la propria bandiera. E ambiziosi come sono l’iberico e l’azzurro ne vedremo, a questo punto, delle belle.