Sinner, alla fine dei conti tutto questo sarà servito a qualcosa: la coppia da sogno fa commuovere il pubblico italiano.
L’ultima volta che si erano visti non era ancora successo niente. Matteo Berrettini non sapeva che non avrebbe giocato quell’edizione degli Australian Open e Jannik Sinner non poteva immaginare, per quanto lo sperasse, che avrebbe lasciato Melbourne con al seguito una sacca verde contenente la sua prima coppa Slam.
Tre settimane appena sono trascorse da quel giorno, ma di acqua sotto i ponti ne è passata talmente tanta che sembra sia accaduto tutto una vita fa. Intanto perché l’altoatesino, per l’appunto, è salito sul tetto del mondo smentendo quanti credevano che mai nella vita sarebbe riuscito a vincere qualcosa di così prezioso. E poi perché il ritiro dallo Slam australiano ha rimesso in discussione, ancora una volta, la carriera del martello romano. L’ex numero 6 del mondo sta ancora facendo i conti con un infortunio al piede. Ma se tutto andrà bene – facciamo i dovuti scongiuri, non si sa mai – il momento del suo ritorno è finalmente all’orizzonte.
A qualcosa è servito, però, affrontare questo lungo ed apparentemente interminabile calvario. A rinsaldare, cioè, il rapporto tra Matteo e Jannik. Se in un primo momento sembravano sostanzialmente indifferenti l’uno all’altro, negli ultimi mesi qualcosa è cambiato. E le parole che spendono l’uno per l’altro ne sono, chiaramente, la dimostrazione lampante.
Anche nella giornata di giovedì, quando si sono recati al Quirinale insieme al resto del battaglione azzurro per l’incontro con Mattarella, hanno parlato del loro legame e dei “sentimenti” che sarebbero alla base di esso.
“È un momento bellissimo per il tennis italiano – ha detto Berrettini, come riferisce la Gazzetta dello Sport – Jannik agli Australian Open ha fatto un miracolo e userò tutta questa energia per il mio tennis. Le parole di Sinner mi hanno fatto molto piacere perché sono vere, mi è stato vicino dopo Malaga, siamo diversi ma simili. Rincorriamo tutti e due un sogno, ho sempre saputo che avrebbe fatto grandi cose“.
Anche Jannik, il giorno prima dell’appuntamento al Quirinale, aveva parlato di Matteo con una delicatezza estrema. Sembra volerlo quasi proteggere, ora che sa quanto male faccia il fatto di non potere giocare a tennis. “Tengo molto a lui – aveva detto – e sono felice di dargli una mano come quando lui l’ha data a me e la prossima Coppa Davis cercheremo di vincerla tutti insieme“. Più di una finale, più di uno Slam. Sono queste le cose che contano davvero. Quelle che tanto ci fanno amare lo sport.
Questo contenuto è stato modificato 2 Febbraio 2024 09:41
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