Sinner, nelle scorse ore qualcuno ha sganciato una vera e propria bomba: tutti i tifosi sono rimasti a bocca aperta.
I tennisti della nuova generazione sono cresciuti sognando di eguagliare Roger Federer e Rafael Nadal. E qualcuno di loro, per la verità, ha già mosso i primi passi perché il sogno diventi realtà, un giorno. Ma Jannik Sinner non guardava con ammirazione solo loro due, tra i campioni più illustri che il mondo del tennis possa annoverare.
L’altoatesino aveva tante di quelle passioni da avere, di conseguenza, anche diversi idoli. Uno di essi era Alberto Tomba, l’ex sciatore alpino che per anni ha fatto sognare l’Italia con le sue imprese mirabolanti. Anche Jannik sciava. Lo faceva molto di più prima di partire per Bordighera, naturalmente. Non ha mai smesso, però, di avere un debole per gli sci e per la neve. Nonché per Tomba. Solo che adesso il rispetto e la stima sono reciproci e non unidirezionali. Già, perché i ruoli, oggi, si sono invertiti: quello che allora era il suo beniamino adesso è uno dei suoi tifosi più indefessi.
Hanno voglia di incontrarsi e di bere un caffè insieme da diversi mesi, ma ora per un motivo, ora per un altro, non ci sono ancora riusciti. Quel momento arriverà, però. E Alberto potrà dire a Jannik tutto quello che pensa di lui, così come Sinner potrà aprire il cassetto dei ricordi e raccontargli tutte le emozioni che il Tomba nazionale ha regalato a lui e a tutti gli italiani nel corso di quei magici anni.
Sinner supereroe: “Sembra impermeabile”
In attesa di vederlo dal vivo, l’ex sciatore ha speso delle bellissime parole nei suoi confronti nell’ambito di un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
“L’emozione che si prova prima di una gara che dura poco più di un minuto – ha raccontato Tomba, ripensando alle sue gare . è incredibile. La senti sulla pelle. Se guardi Jannik quando entra in campo, non ti dà l’impressione di essere agitato dentro. Sembra impermeabile, quasi distratto, e questo può disorientare l’avversario”. “
Non so perché – ha proseguito il campione – ma mi ricorda Clark Kent, che poi si trasforma in Superman, cioè il suo alter ego, e comincia a lanciare bombe con il diritto, che demoliscono l’avversario. Medvedev è finito così, impallinato dopo l’illusione dei primi due set. Io, per sbriciolare la concentrazione degli avversari, in partenza scherzavo, giocavo per sdrammatizzare la tensione. Ma non era un comportamento studiato. Ero solo me stesso”. Un paragone assai lusinghiero, dunque. E chissà che dopo la Rai anche la DC Comics non voglia Sinner nel proprio parterre di supereroi…