Torna o non torna il Decreto Crescita? La Serie A lo invoca come misura indispensabile, ma intanto il ministro per lo sport promuove il Decreto Dignità.
Il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi è intervenuto ai microfoni di TvPlay per parlare del possibile ritorno in auge del Decreto Crescita e di Supercoppa italiana in Arabia Saudita.
Il ministro è stato protagonista di un acceso scontro in Commissione Cultura della Camera: ha battibeccato con il responsabile per le politiche dello Sport per il PD Mauro Berruto. La discussione verteva sulla volontà di Abodi di destinare alle squadre di Serie A i proventi del fondo creato con la tassazione degli extraprofitti delle società di scommesse legate al calcio. Per Berruto tale scelta è in “contraddizione assoluta” rispetto quanto deciso all’unanimità in Commissione…
“Non dobbiamo essere integralisti”, ha detto il ministro a proposito della Supercoppa italiana in Arabia. “Io ho detto questa cosa stamattina a una scuola e ho dovuto rispondere pure a mio figlio su questo. Nelle mie tante esperienze io ho vissuto indirettamente la prima finale di Supercoppa negli Stati Uniti, e per me non è un fatto straordinario che si internazionalizzi il calcio italiano“.
Secondo Abodi ora la Lega Calcio e la politica devono decidere se essere parte del mondo o un mondo a parte. “Noi abbiamo necessità di promuovere il calcio e il sistema Paese. Non si va lì soltanto per il montepremi“.
“Ho fiducia nella scelta della Lega Calcio e mi auguro che sia uno strumento di promozione e internazionalizzazione del calcio italiano, non dobbiamo essere integralisti. Il calcio può essere uno strumento di diplomazia”, ha aggiunto l’intervistato.
Adobi ha parlato anche della necessità di costruire nuovi stadi: “Abbiamo il dovere di trasformare l’incubo in sogno e il sogno in realtà. In prospettiva 2032 ma non solo, quando si va all’estero si torna a casa con la sensazione di aver vissuto uno spettacolo nello spettacolo allo stadio. Io penso che il valore del nostro calcio aumenterà anche grazie alle infrastrutture“.
Decreto Crescita: “Se torna, non può migliorare in tre giorni“
“La mia responsabilità è di creare le condizioni per trovare una risposta. E si deve fare a prescindere dal 2032 e dai suoi luoghi che saranno cinque o sei città“, ha continuato il ministro. “Qui l’importante è che sul tavolo ci saranno opzioni che possano togliere alibi. Ci sono realtà come la Fiorentina che hanno dimostrato di saper investire soldi propri e di non poter fare lo stadio per problemi di Sovrintendenza che impediscono una spesa di oltre 300 milioni di euro da un privato”.
“Sul Decreto Crescita sapete la mia posizione, che si dovesse portare in officina lo strumento e si dovesse ritagliare al meglio lo strumento. Dopodiché io non sono un amministratore unico, ci siamo espressi come Consiglio dei Ministri e il Parlamento è sovrano“.
Abodi non sa se ci sono le condizioni per un ritorno della misura. “Da parte mia lo strumento andava modificato e superato, farlo in tre giorni non è stato secondo me la cosa migliore. Ma si rispetta la scelta“.
“Sul Decreto Dignità io credo che sia arrivato il momento di affrontare il tema, di far partecipare gli organizzatori degli eventi alla catena del valore della scommessa sportiva, tracciata e contingentata, con un occhio alla ludopatia. Devono essere fatti gli investimenti sociali, nei prossimi mesi vedrete il confronto per arrivare a soddisfare le esigenze di tutte le parti”.