Berrettini, una carrellata di cattive notizie per l’ex numero 1 d’Italia: adesso non gli appartiene più neanche questo.
Non è dato sapere se sia rientrato in Italia o se, al contrario, si trovi ancora in Australia. E neppure cosa abbia intenzione di fare, ora che è chiaro che il problema al piede destro è tutt’altro che risolto. Se lo fosse, d’altra parte, Matteo Berrettini non sarebbe stato costretto a rinunciare agli Australian Open.
Invece, per l’ennesima volta, ha dovuto posticipare il rientro in campo e rinunciare alla possibilità di intascare un po’ di punti e di risalire la china. Cosa che non sarà facile, essendo ormai lui fuori dai primi 100 del mondo e ben lontano, quindi, dai piani alti in cui ha vissuto per diversi anni. E forse è proprio per questo che il romano ha preferito dare forfait a Melbourne: non essendo in formissima ed ipotizzando, alla luce di ciò, che un primo turno contro Stefanos Tsitsipas potesse essere fatale, deve aver pensato che tanto valesse avvalersi del ranking protetto.
Presumibilmente resterà dietro le quinte per tutto il mese di febbraio, quindi, così da avere la certezza che al suo rientro, trascorsi 6 mesi senza giocare, potrà ripartire da una posizione meno scomoda di quella in cui si trova adesso. L’essenziale, in ogni caso, è che torni a giocare. Che ritrovi la continuità e che riesca, finalmente, a giocare.
Berrettini, sorpasso riuscito: è rimasto dietro
Il fatto che ora come ora non sia nelle condizioni di calcare i palcoscenici sui quali ha a lungo dominato, ha avuto innumerevoli ripercussioni. Non solo in termini di ranking, a ben vedere, ma pure dal punto di vista dei record e delle statistiche.
Battendo anche il secondo avversario che il destino gli ha messo contro a Melbourne, Jannik Sinner ha fatto cifra tonda. Si è portato, cioè, a quota 40 vittorie negli Slam. Ne hanno collezionate più di lui, in carriera, Nicola Pietrangeli, che ne vanta 86, Fabio Fognini, che ne ha messe in tasca 68, Andreas Seppi, fermo a quota 63, Adriano Panatta, che quando si è ritirato ne aveva 62, e Matteo Berrettini, che al momento ne ha 47.
Se numericamente l’altoatesino è ancora dietro al romano, anche per una questione prettamente anagrafica, lo stesso non si può dire in termini di percentuali di vittorie. Nessuno, ad oggi, nell’Era Open, ha fatto meglio di Jannik Sinner. Con la vittoria su De Jong, il numero 1 d’Italia si è portato a quota 71,4% di vittorie negli Slam, superando dello 0,2% il primato che è appartenuto, fino a stanotte, a Berrettini.