Sinner, in qualunque situazione c’è sempre un terzo incomodo in agguato: quanti ostacoli all’Australian Open.
Dire adesso che Jannik Sinner vincerà uno Slam è facile. Ha dimostrato così tanto, in questi ultimi mesi, che è del tutto lecito pensare che sia pronto a fare il grande salto. È già migliorato moltissimo e può ancora limare qualche aspetto del suo gioco, ragion per cui può tranquillamente ambire alla perfezione, o comunque andarci molto vicino.
Qualcuno, però, credeva in lui ancor prima che entrasse in top ten. Prima che riuscisse nella non semplice impresa di battere alcuni dei tennisti più forti di questa era, come Daniil Medvedev, Carlos Alcaraz e, dulcis in fundo, Novak Djokovic. La lista di malcapitati che sono finiti sotto la scure del campione altoatesino è ancora lunga, ma non avrebbe senso elencare tutti gli avversari da lui giustiziati, avendo già ricordato che ha sconfitti i primi 3 del ranking Atp. Qualcuno, dicevamo, ha sempre saputo che era destinato a grandi cose. Come John McEnroe, per esempio, che ad un certo punto si vociferava potesse essere il suo nuovo supercoach.
Alla fine il posto libero nel team di Jannik è spettato a Darren Cahill, cui va il merito di aver impresso una bella spinta al fenomeno Sinner. Indipendentemente da questo, però, Big Mac continua ad essere uno dei più grandi estimatori del nativo di San Candido. “Lo conosco da qualche anno – ha detto alla Gazzetta dello Sport – l’ho visto spesso quando si allenava con Riccardo Piatti che ha fatto un ottimo lavoro. Da subito mi ha entusiasmato il suo atteggiamento umile ma positivo, sempre alla ricerca di un miglioramento. Da un paio d’anni ha cambiato guida tecnica, e Darren Cahill assieme a Simone Vagnozzi e al resto del team lo hanno aiutato a fare un passo avanti aggiungendo qualcosa al suo gioco”.
Sinner, attento al terzo incomodo: lo dice McEnroe
L’ex campione ed allenatore, che oggi commenta il tennis per Eurosport, crede sia però giunto, adesso, il momento di fare il grande passo. Di puntare allo Slam, magari proprio in Australia. Sempre a patto, s’intende, che riesca a tenere a bada gli altri due aspiranti numeri uno del circuito mondiale.
Quando gli è stato chiesto cosa ne pensasse della rivalità Sinner-Alcaraz, McEnroe ha aggiunto al quadro un elemento che, in effetti, sarebbe sbagliato sottovalutare. “Carlos è il giocatore più completo che ci sia – ha osservato – Fisicamente potente, capace a rete, un esempio a cui tutti guardano. Certo, è ancora giovane e può crescere. Jannik, lo abbiamo detto, è maturato molto e sta imparando anche ad andare a rete, con loro il tennis è in buone mani. Ma non dimenticherei Rune“.
Poi, un passaggio sull’ingresso di Becker nel team del giovane danese: “Se Holger si affiderà totalmente, facendosi guidare, sono certo che arriveranno risultati importanti”. E speriamo non sia vero, stavolta, che tra i due litiganti il terzo gode…