Sinner, è convinto solo a metà. Manca ancora qualcosa: l’ipotesi del primo Slam non sembra più così concreta.
Lui sta dall’altra parte della barricata. Accanto a un giovane talento che sarebbe sbagliato sottovalutare e che, ci sono buone ragioni per pensarlo, starà al vertice per molto tempo, in compagnia di coetanei del calibro di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.
Eppure, nonostante Boris Becker sia dichiaratamente – e ci mancherebbe altro – dalla parte di Holger Rune, questo non gli impedisce di essere oggettivo e lucidissimo. Di riconoscere le doti altrui e di formulare, sulla base di ciò, delle previsioni. Dopo aver trascorso 8 mesi in carcere e scontato la sua pena per bancarotta fraudolenta, l’ex tennista di Leimen è tornato in campo per affiancare il giovane di belle speranze di origini danesi. Sta cercando di smussarne gli spigoli e di fare di lui un campione. Vedremo allora, già agli Australian Open, se il lavoro che stanno facendo insieme abbia già prodotto cose buone o se, invece, occorra loro un altro po’ di tempo
In attesa che il suo nuovo pupillo esordisca, Becker ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport e fatto il punto, come molti altri campioni del passato, sul fenomeno del momento. Parliamo di Jannik Sinner, naturalmente, sul quale ora come ora è puntata la maggior parte dei riflettori.
Sinner, convinto ma non troppo: i dubbi di Becker
“L’ho conosciuto – ha detto riferendosi al nativo di San Candido – gran bravo ragazzo. Testa unica nel circuito, team ottimo. La cosa di Jannik che mi stupisce di più è la sua calma serafica in mezzo alla tempesta: non perde mai la bussola, non si scompone, nemmeno sotto pressione. Dote rara. Sintomo di un carattere che gli permetterà di durare nel tempo“.
E questo, di sicuro, è un gran bel complimento. Sembra scettico, invece, l’intramontabile Boris, a proposito della sua cavalcata in quel di Melbourne. Non sembra sostenere, a differenza di molti, la tesi secondo cui il numero 4 del mondo sarebbe ormai ad un passo dal vincere uno Slam.
“Due set su tre e tre set su cinque sono sport diversi – così ha risposto quando il CorSport gli ha chiesto se l’altoatesino abbia qualche chance di vincere a Melbourne – Il salto è abissale. Jannik ha appena iniziato a sfidare Djokovic al suo livello, ha molto talento, a Melbourne parte testa di serie n.4: non ho motivo di pensare che non possa arrivare in fondo al torneo. Vincere, poi, è un’altra cosa“. Vedremo, allora, se avrà avuto ragione lui o se, stavolta, avrà preso un granchio.