Sinner, è proprio vero che campioni non si diventa, ma si nasce: questo aneddoto arriva dal passato e ti farà venire i brividi.
Quando un ragazzo qualunque diventa così celebre, è del tutto legittimo che il pubblico manifesta una certa curiosità nei confronti del suo passato e della sua vita privata. Jannik Sinner, però, a tal proposito, è stato perentorio: inutile aspettarsi che sveli dettagli troppo intimi della sua quotidianità, perché non lo farà mai.
Protegge il suo rapporto con Maria Braccini come meglio può, proprio per evitare che si parli più della coppia che non dei suoi risultati sportivi. Stesso discorso per la sua famiglia. Anche mamma Siglinde, papà Hanspeter e il fratello Mark sono molto riservati, ragion per cui non riveleranno mai nulla di eclatante a proposito del fenomeno altoatesino che ha riscritto la storia del tennis azzurro.
Di tanto in tanto, però, sulla stampa nazionale salta fuori qualche personaggio che Sinner l’ha conosciuto per davvero e che è in grado, di conseguenza, di tirar fuori qualche bell’aneddoto sul suo passato. Su com’era la sua vita prima che diventasse un campione. Stavolta è toccato al suo compagno di banco, al ragazzo che sedeva accanto a lui in un’aula dell’Istituto Walther, a Bolzano.
Il quotidiano La Gazzetta dello Sport si è messo sulle sue tracce e ci ha dato la possibilità di scoprire, in questo modo, una storia curiosissima che arriva direttamente dal passato del numero 1 d’Italia.
Raphael Mahlknecht, questo il nome del compagno di banco di Sinner, specialista del telemark, ha fatto innanzitutto un bel ritratto di Jannik studente. “Jannik a scuola era bravo, molto studioso e preciso – ha detto – Siamo stati quasi sempre compagni di banco negli anni in cui lui frequentava la scuola a Bolzano. Era uno degli animatori della classe eppure per frequentare il nostro istituto partiva da Sesto alle 5 del mattino perché ci volevano due ore di viaggio. Doveva cambiare due autobus e un treno, usciva col buio e tornava a casa col buio ma non l’ho mai sentito lamentarsi. Quando ha iniziato ad andare a Bordighera e si assentava più spesso, era costretto a recuperare interrogazioni e verifiche al suo ritorno a scuola. Alla fine aveva fatto sempre più di quello che gli veniva chiesto e prendeva voti alti. Aveva già la mentalità da campione“.
Dal suo racconto scopriamo, poi, che una compagna di classe aveva predetto in qualche modo il futuro. “Una volta gli cadde una palla da tennis dallo zaino – ha rivelato ancora Raphael – Una compagna la prese e gli disse: “Ora mi devi fare l’autografo, così quando diventerai famoso io la metto in vendita su internet!”. Quella ragazza in qualche modo aveva predetto il futuro. Speriamo che abbia ancora quella pallina…”. Avrebbe mai potuto pensare che la sua profezia, che oggi ci dà i brividi, si sarebbe effettivamente avverata?
Questo contenuto è stato modificato 12 Gennaio 2024 10:05
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