Sinner, certe volte è facile prevedere il futuro. Il massacro era annunciato: succede sempre la stessa cosa.
Jannik Sinner non era ancora neanche nato, quando lui deliziava il pubblico con il suo rovescio da manuale e con il suo atteggiamento da campione. Erano gli anni d’oro, gli anni dell’exploit del tennis italiano. Gli anni in cui Gianni Clerici coniava, per far riferimento a uno dei protagonisti di quell’epoca d’oro, il soprannome di NeuroCanè.
NeuroCanè fa rima, non a caso, con Paolo Canè: quel simpatico nickname si riferiva proprio a lui e alludeva proprio alla sua straordinaria tenuta mentale. Svariati decenni sono trascorsi da quei momenti indimenticabili, ma l’ex tennista non ha mai perso il suo amore per lo sport che lo ha reso celebre. Continua a seguirlo, allena le giovani promesse azzurre e ne parla ogni volta che può. Sia in televisione, lavorando lui come commentatore, che con la stampa, dal momento che viene spesso e volentieri chiamato in causa alla luce delle sue disamine sempre precise e puntuali.
In una recente intervista rilasciata a Repubblica, lo specialista della terra rossa ha parlato proprio del fenomeno del momento, vale a dire Jannik Sinner. Sarebbe stato scontato e troppo convenzionale tesserne le lodi, visto che i suoi successi sono tangibili e che il suo talento è sotto gli occhi di tutto. Paolo ha ben pensato, quindi, di dargli un consiglio, invece di soffermarsi sull’aspetto tecnico.
Sinner, ti ha avvisato: stai attento
Canè, nello specifico, ha cercato di mettere in guardia il nuovo numero 1 d’Italia, per prepararlo rispetto a ciò che, molto realisticamente, potrebbe accadere.
“Cosa vorrei dire a Sinner? Posso solo consigliargli – queste le parole dell’ex tennista – di continuare così, ma vedrai che tutti aspetteranno un suo passo falso per poi massacrarlo, come siamo abituati in Italia. La cosa positiva è che lui riesce sempre a dare le risposte perfette nelle interviste e riesce a non farsi trascinare in polemiche sterili ed inutili come quella per la mancata partecipazione alla Coppa Davis di Bologna. Proprio la Davis è stata molto emozionante. Mi ha fatto male una sola cosa, purtroppo: non aver potuto toccare la coppa. Avevo chiesto di entrare, di poter fare una foto, ma non me l’hanno concesso”.
Parole amare, quelle di Canè, ma realistiche. Perché ha ragione quando dice che il pubblico sembra attendere con ansia che i campioni “cadano”, per poterli bacchettare e criticare. Fortuna che Sinner è forte e che del giudizio altrui gliene è importato sempre tanto quanto…