Berrettini, c’è un motivo ben preciso se ha deciso di farlo da un momento all’altro: il dettaglio che spiega tutto.
A questo punto non lo credevamo più possibile. Solo un “folle”, nel senso buono del termine s’intende, partirebbe alla volta dell’Australia senza aver giocato neanche un torneo di preparazione. Solo un tennista che ha una voglia pazza di tornare in campo e di riprendere in mano la sua carriera.
Uno come Matteo Berrettini, appunto, che a dispetto delle congetture e delle ipotesi circolate nei giorni scorsi ha lasciato tutti di stucco decidendo di partire per la terra dei canguri. Gli esami al piede hanno dato riscontro positivo e quindi, di tutta fretta, ha pensato che tanto valesse tentare il tutto per tutto. Sa bene, il martello romano, quanto difficile sarà affrontare uno Slam senza alcuna preparazione. Ma sa altrettanto bene, evidentemente, che provarci non potrà che fargli bene. Perché se c’è una cosa di cui Matteo ha bisogno, ora come ora, è “sentire” il campo. Tornare a provare quelle emozioni di cui troppo a lungo, per forza di cose, si è dovuto privare.
Berrettini dovrebbe essere partito ieri e, a quest’ora, dovrebbe quindi essere già in Australia. Manca una settimana all’inizio dell’Australian Open e non resta che attendere, a questo punto, il sorteggio del tabellone principale dello Slam. La buona notizia, infatti, è che, in barba alla sua classifica, è riuscito ad assicurarsi un posto nel main draw.
Sarebbe lecito chiedersi, alla luce di ciò, come mai Berrettini non abbia deciso di pazientare un altro po’ e di rientrare direttamente, dopo un’adeguata preparazione, in occasione della trasferta americana.
La risposta è semplice. Ogni promessa è debito e il martello, evidentemente, ha voluto mantenere la parola data durante le Finals di Coppa Davis: “Quando vado in campo sorrido – aveva detto – e non mi succedeva da tanto tempo. Non so cosa mi riserverà il futuro, l’obiettivo è iniziare dall’Australia e giocare più partite possibile“.
Giocare il più possibile, indipendentemente dai risultati, sarà dunque l’obiettivo da centrare in questo inizio di stagione. A testa alta e con orgoglio, consapevole delle difficoltà ma desideroso, al tempo stesso, di riprendersi tutto quello che il destino ha beffardamente voluto sottrargli. E chissà che a Melbourne non riesca a galoppare come allo scorso Wimbledon. Quando, a dispetto dei pronostici e degli acciacchi con cui stava facendo i conti, era riuscito a spingersi fino agli ottavi di finale. Sognare non costa nulla, vero?
Questo contenuto è stato modificato 6 Gennaio 2024 10:16
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