Anche Giovanni Malagò, presidente del CONI, ha commentato la sentenza della Corte Europea che ha sdoganato la SuperLega.
Giovanni Malagò ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni in esclusiva ai microfoni di TvPlay per spiegare la propria posizione rispetto alla sentenza di Lussemburgo su UEFA, FIFA e SuperLega. “Le sentenze non si commentano, si devono rispettare“, ha detto il presidente del CONI, ricordando che con la sentenza in questione nasce la facoltà di poter organizzare competizioni fuori dai vincoli imposti da FIFA e UEFA. “Cioè fuori dal perimetro e le regole degli organismi internazionali precostituiti con l’ordinamento FIFA e UEFA“.
“Tutto questo, inevitabilmente, apre nuovi scenari di mercato“, ha sintetizzato Malagò, “ma molti soggetti che poi hanno espresso il loro parere in merito a questa cosa sostengono che non ci saranno molti iscritti all’ipotetica Superlega. Staremo a vedere cosa succederà“.
“Non è questione di essere a favore o contro“, ha continuato l’intervistato. “Io difendo un mondo in cui si deve rispettare il merito sportivo, sennò onestamente i nostri valori vengono meno. Poi, per il resto, quando ci sono attività di business ci sono logiche giuridiche. Parliamo di società per azioni che cercano profitto e lo devono trovare. Ma queste hanno radici storiche di cui ho parlato sono diverse. Il nostro mondo è diverso“.
Malagò su Superlega e fine del decreto crescita: “Non vogliamo depauperare i nostri campionati“
“Il decreto crescita va interpretato correttamente. La questione va letta senza pregiudizi, dato che molto dipende dalla logica con cui ci si avvicina a questa problematica“, ha proseguito il presidente della CONI. “Dipende da come la si guarda. Potremmo criticare il decreto crescita pensando che favorisca dei signori che già guadagnano molto e vengono messi in condizioni di avere dalle società un beneficio, quando altri soggetti non ce l’hanno. E così non fa una piega“.
“Dall’altra parte dicono che se non ci fosse questo tipo di opportunità, cioè il decreto crescita, quei giocatori non verrebbero in Italia, quindi si depauperano i nostri campionati di calcio. Ma non solo il calcio. Parliamo anche di pallacanestro e altri sport“.
“C’è però anche una seconda riflessione soprattutto“, ha concluso Malagò: “lo Stato non ha assolutamente alcun tipo di vantaggio in questa situazione, per cui entrambe le posizioni sono di buon senso. Io spero che si riesca a trovare una mediazione. La questione può essere risolta per il bene dello sport“.