Berrettini, l’Australia come la terra promessa: la profezia del campione è inaspettata ma ci fa ben sperare circa il futuro del romano.
Per un po’ si è pensato che sarebbe stato lui a raccogliere l’eredità di Vincenzo Santopadre. Quando il toto-allenatore, all’indomani della separazione che ha destato tanto scalpore, è impazzato in ogni dove, il suo nome era in effetti in cima alla lista dei papabili in lizza per un posto nel team di Matteo Berrettini.
La cronaca delle ultime ore ci ha rivelato, invece, che alla fine della fiera la scelta non è ricaduta, come in tanti credevano, su Ivan Ljubicic. Certo sarebbe stato un onore, per il campione romano, poter avere al proprio fianco un fuoriclasse come lui. Uno che come tennista ha tenuto testa ai Big Three e che poi, una volta intrapresa la carriera di tecnico, ha messo in bacheca la bellezza di tre trofei del Grande Slam affiancando il mitico ed indimenticabile Roger Federer. Un cavallo di razza dell’Atp, insomma, la cui vita sarà al centro, molto presto, di un documentario che Sky ha già in cantiere.
Ma torniamo a Berrettini. Da questo momento in poi, sulla sua panchina siederà Francisco Roig, storico alternate coach di Rafael Nadal. Anche lui è un pezzo da novanta del circuito maggiore e siamo certi, alla luce dell’esperienza che ha maturato al fianco dell’iberico, che sarà perfettamente in grado di riportare Matteo sulla giusta carreggiata. Sarà faro e bussola, guida e supporto. Tutto quello, sostanzialmente, che negli ultimi 17 anni è stato per il mancino di Manacor.
Berrettini, la profezia ci fa ben sperare
Il suo arrivo in “casa” Berrettini sembra avere infuso un certo ottimismo. Tanto nei tifosi quanto, evidentemente, negli addetti ai lavori. Lo dimostra il fatto che, nelle scorse ore, anche lo stesso Ljubicic abbia voluto dire la sua in merito al futuro del campione romano.
Nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport si è concentrato molto su Jannik Sinner, giustamente, ma ha riservato un passaggio anche all’ex pupillo di Vincenzo Santopadre. «Il problema di Matteo sono gli infortuni – ha detto lo storico mentore di Federer quando gli è stato chiesto cosa, a suo avviso, ci si debba aspettare alla vigilia del suo rientro in campo – non il tennis“.
“Uno che è stato numero 6 due anni fa – ha aggiunto Ljubicic – non può aver disimparato a giocare. Deve solo stare bene e mettere insieme un buon numero di partite, e poi lo rivedremo in alto. Intanto, non vorrei essere tra quelli che lo troveranno ai primi turni dei prossimi tornei“. Si salvi chi può, allora: se il martello tornerà al suo antico splendore, cosa in cui anche il coach croato crede tantissimo, non ce ne sarà per nessuno neppure in Australia, dove il romano conta di riprendere in mano la sua carriera.