Sinner, niente e nessuno avrebbe mai potuto distoglierlo dal lavoro ad Alicante. E invece, lei ci è riuscita eccome.
Il tennis, il calcio, lo sci alpino. Ha talmente tante di quelle passioni, Jannik Sinner, che non deve essere stato facile, a suo tempo, decidere su quale di esse focalizzarsi e concentrare i suoi sforzi. Anche perché, come ha detto qualche giorno fa uno dei suoi primi coach, Massimo Sartori, l’altoatesino aveva tutte le carte in regola per eccellere in qualunque sport.
Ma c’è un’altra passione ancora che gli brucia dentro da diversi anni a questa parte. Quella, cioè, per i motori e per l’alta velocità. Come vi avevamo raccontato qui, nei giorni scorsi il nativo di San Candido è entrato a far parte dell’esercito degli Amici della Formula 1. Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato del Circus, ha voluto assoldarlo nella convinzione che averlo come “intermediario” possa fare in modo che molti appassionati del tennis si avvicinino, a loro volta, alla massima serie automobilistica. Ed essendo ormai divenuto un Friend of F1 a tutti gli effetti, nel corso della settimana Jannik si è regalato un’esperienza incredibile.
Sognava di farlo da tempo e adesso può dire, finalmente, di aver guidato una Ferrari. Sì, avete capito bene. Sinner si è preso una pausa dalla preparazione atletica ad Alicante e si è recato a Maranello per far visita alla mitica fabbrica della scuderia che ha fatto la storia della Formula 1. Era felice come un bambino in un negozio di caramelle, essendo lui un grande amante, appunto, delle auto da corsa.
Pausa da brivido per Sinner: Ferrari che passione
“Mi è stata trasmessa da mio padre e mio nonno – ha detto Sinner a proposito della sua passione per l’automobilismo – Ho sempre guardato le gare con loro, sin da bambino. Poi però, quando ho iniziato a vincere nel tennis, c’è stato un problema di sovrapposizione tra le mie partite e i Gran Premi, ma non ho mai smesso di seguire la Formula 1, seppur in differita”.
Felice ed emozionato, dopo un doveroso giro in fabbrica è giunto il momento di scendere in pista. Letteralmente. Il nativo di San Candido ha provato prima la SF90 Spider, poi la Purosangue. “È stata la prima volta per me – ha riferito al Corriere dello Sport – ed è stata una sensazione bellissima. Il rombo di una Ferrari è unico. Ho potuto provare anche la Purosangue e in entrambi i casi mi sono sentito avvolto dalla vettura, come se fosse un’estensione del mio corpo. Un po’ come la racchetta che uso durante i miei match”.
Infine, tra un brivido e l’altro, una riflessione sulle analogie tra i due sport: “Sia il tennis che l’automobilismo sono considerati sport individuali, ma per ognuno di noi è fondamentale avere alle spalle una squadra che lavori in armonia per il raggiungimento di un obiettivo. Perché si arriva in alto insieme, e non giocando da soli“. Un altro desiderio che s’è avverato.