Sinner, Djokovic su tutte le furie: ecco cosa è successo e perché il campione serbo, numero 1 al mondo, è così arrabbiato.
Potrebbe andare meglio di così? Probabilmente no. Proprio quando credevamo che Jannik Sinner avesse apposto il suo sigillo sull’ultimo traguardo della stagione, vale a dire la Coppa Davis, ecco che sono arrivati, in rapidissima successione, molti altri riconoscimenti piuttosto prestigiosi.
L’altoatesino, tanto per cominciare, è stato eletto, nell’ambito degli Atp Awards, tennista più amato dai tifosi nel 2023. Un traguardo meritatissimo, ma non unico nel suo genere. Perché se è vero che dietro un grande campione si nascondono tanta forza di volontà e moltissimi sacrifici, è altrettanto vero che Sinner ha un segreto. Anzi, due. Due segreti che tanto segreti non sono e che hanno, come se non bastasse, un nome e un cognome. Uno si chiama Simone Vagnozzi, l’altro Darren Cahill.
E, com’è giusto che fosse, anche l’allenatore e il supercoach di Jannik sono stati insigniti dall’Association of Tennis Professionals del titolo di Coach of the year. Un premio meritatissimo, considerando che è anche merito loro se Sinner ha raggiunto, nella stagione ormai conclusasi, così tanti traguardi. Peccato solo che qualcuno non sia completamente d’accordo con la decisione dell’Atp e che abbia fatto le sue rimostranze, in pubblica piazza, senza troppi giri di parole.
Quel qualcuno è Novak Djokovic, che qualche ora fa ha voluto lanciare un messaggio, per nulla velato, attraverso i suoi canali social. Nole non discute la bravura di Vagnozzi e di Cahill, essendo oggettiva, ma non è a loro, a suo avviso, che l’Atp avrebbe dovuto assegnare il premio per il coach dell’anno.
“Goran – ha scritto il numero 1 del mondo su Instagram, rivolgendosi al suo allenatore Ivanisevic – penso che dovremo vincere 4 Slam su 4 per far sì che tu possa (forse) essere considerato come coach dell’anno. Aver chiuso l’anno da n.1 del mondo, vincendo 3 Slam, le Atp Finals e continuando a scrivere la storia di questo sport evidentemente non è abbastanza, mio caro coach….”. Un post al veleno, decisamente polemico, che sintetizza alla perfezione il disappunto del campione serbo, convinto che il premio spettasse al suo coach e non ai due mentori di Sinner.
Sinner, sebbene non personalmente, gli ha messo i bastoni tra le ruote, insomma, ancora una volta. Lo aveva fatto durante la fase a gironi delle Finals e lo ha rifatto in Coppa Davis, portando via a Nole il sogno di vincere l’insalatiera. Ci mancava solo questa, insomma.
Questo contenuto è stato modificato 14 Dicembre 2023 13:55
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