Sinner non vive da milionario, ma c’è qualcosa alla quale proprio non rinuncerebbe mai: svelato il suo segreto.
È semplice e genuino. Allo sfarzo e al lusso preferisce la felicità che deriva dalle piccole cose. Tant’è che il solo tennista sulla faccia dalla terra a correre da mamma e papà, tra i monti del Trentino Alto Adige, quando cala il sipario sulla stagione e gli atleti sono finalmente liberi di riposarsi un po’.
Avrebbe potuto concedersi una vacanza in un resort a cinque stelle nell’altro emisfero. Anzi, coi soldi che ha fatto quest’anno avrebbe potuto anche comprarselo direttamente, un resort. Ma a Jannik Sinner non interessa niente di tutto ciò: la sola cosa che voleva, dopo 11 mesi trascorsi a trottare sui campi di mezzo mondo, era respirare l’aria dei suoi luoghi del cuore e sciare, la cosa che più ama dopo il tennis. Non potrebbe davvero essere più semplice di così, dunque, il numero 1 d’Italia. Un 22enne che è già sul tetto del mondo e che alla bella vita preferisce, di gran lunga, godere di quei piccoli piaceri che si tende spesso a trascurare.
Ciò nonostante, qualche piccolo sfizio di tanto in tanto se lo leva anche lui. Non è uno spendaccione, giammai. Il suo primo allenatore, pensate un po’, aveva raccontato, qualche tempo fa, che Sinner non prendeva mai il Frecciarossa per tornare a casa, quando viveva a Bordighera. Preferiva un treno tradizionale perché, seppure guadagnasse già abbastanza bene, costava meno. E lui non aveva voglia di dilapidare i suoi soldi.
Ancora oggi, vive come se non fosse milionario. Ha una bella auto, ma a differenza di altri colleghi non ha optato per un modello prodotto in serie limitatissima e per interni lussureggianti ai limiti della fantascienza.
Ha una “normalissima” – si fa per dire, trattandosi pur sempre di un veicolo piuttosto particolare – Audi RS6 modificata ABT, pagata su per giù 100mila euro. Nulla di lontanamente paragonabile all’Aston Martin V12 Speedster di Stefanos Tsitsipas, per intenderci, che è costata invece 1 milione di euro. C’è qualcosa, tuttavia, per il quale Jannik non bada a spese. Perché gli piace farlo così e su questo non intende transigere.
A svelare al pubblico di cosa si tratti, è stato il responsabile commerciale del servizio di catering delle Nitto Atp Finals, Simone Albrizzi: «La maggior parte degli atleti erano rigorosissimi – ha raccontato a Repubblica – come Sinner: pollo, pasta in bianco e via. Spesso, essendo lui molto riservato, non passava nella lounge dei giocatori, ma si faceva portare giù il pasto, per avere un po’ di tranquillità. Allenatori e familiari, invece, si concedevano più sfizi». Toglietegli tutto, ma non il servizio in “camera”.
Questo contenuto è stato modificato 8 Dicembre 2023 11:41
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