Fognini non era a Malaga, ma ha comunque trovato il modo di “esserci”: la polemica a distanza “macchia” la Coppa Davis.
Fosse stato per lui il volo lo avrebbe prenotato per Malaga e non per Valencia. Avrebbe giocato più volentieri in Coppa Davis che non al Challenger – che ha peraltro vinto – che si è giocato a 600 chilometri circa dalla città in cui la Nazionale azzurra è tornata a vincere dopo 47 anni, ma tant’è. La decisione, purtroppo, non spettava a lui.
Fabio Fognini, com’è ormai noto, non ha fatto parte del quintetto delle meraviglie che domenica sera ha messo le mani sull’ambitissima insalatiera in palio al José María Martín Carpena. Il tennista sanremese non è stato convocato perché non in forma come al solito, e non si può dire che l’abbia presa bene. Anzi. La polemica era esplosa già alla vigilia della fase a gironi, quando il marito di Flavia Pennetta aveva affidato ai social media un attacco piuttosto duro rivolto al capitano della Nazionale, ossia Filippo Volandri.
“Improvvisamente – così si era sfogato il controverso tennista su Instagram – non rientro più nei piani, senza spiegazioni giustificabili e con modalità che non ho condiviso, poco rispettose della mia storia e dei miei trascorsi azzurri. La mia storia non lo merita“. Volandri si era detto spiazzato da queste parole, parole che non aveva esitato a definire “ingrate”. Sta di fatto che Fognini, appunto, non ha mai mandato giù il fatto di essere stato escluso a cuor leggero, come se niente fosse.
Fognini non ha ancora dimenticato: è di nuovo polemica
E così, anche nel giorno in cui la Nazionale azzurra ha alzato al cielo la tanto bramata Coppa Davis ha voluto manifestare il suo disappunto rispetto ad una decisione che continua a reputare, evidentemente, ingiusta.
“Solo (e non solo) il capitano non mi ha voluto”, ha replicato Fabio al commento di un utente che si congratulava con lui per il “mi piace” molto sportivo lasciato in calce a un post di Sinner. Ha cercato di riaccendere la polemica con Volandri, dunque, ma ci ha pensato Angelo Binaghi, presidente della Federazione di tennis, a “metterci una pezza” e a dare a Cesare quel che è di Cesare.
“Non poteva essere qui oggi – ha detto durante le interviste di rito, riferendosi a Fognini – ma non possiamo dimenticare quello che ha fatto lui per questa Nazionale, quando non avevamo ancora i campioni di oggi. Con la vittoria odierna torna vicino ai primi 100, abbiamo bisogno di Fognini e del contributo che ci può dare ancora“. Lascia uno spiraglio per il futuro, insomma, ma siamo certi che il sanremese sia disposto a dimenticare ciò che è stato?