Sinner ha dato un’altra grande soddisfazione all’Italia, con la Coppa Davis che torna azzurra dopo quarantasette anni: si apre un ciclo?
L’ex tennis Diego Nargiso è intervenuto in diretta ai microfoni di TvPlay per commentare l’esaltate vittoria dell’Italia in Coppa Davis. Per Nargiso l’Italia potrebbe star assistendo all’ascesa della migliore generazione di sempre.
“Questa potrebbe essere la migliore generazione di tennisti, paragonabile solo a quella degli anni ’70“, ha spiegato l’intervistato, che crede ci siano tantissimi giocatori di livello altissimo: giovani di grandi prospettive. “Musetti è un 2002, Sinner e Arnaldi sono del 2001, e poi ci sono tanti altri ragazzi che stanno arrivando“.
L’ex tennista prevede dunque l’arrivo di un’ondata d’azzurro che primeggerà nel tennis mondiale. “Gente fresca e semplice nelle parole, nei contenuti, nell’approccio e nella mentalità, dove il lavoro paga con la programmazione“.
Il bello, secondo Nargiso, è stato far sembrare questa Coppa Davis come un’impresa “quasi normale“. Infatti i vincitori hanno detto che sono “semplicemente felici di questo grande risultato arrivato con l’unità d’intenti e la voglia di stare insieme”.
“In passato“, ha continuato Diego Nargiso, “chiunque abbia vestito la maglia della nazionale ma anche addetti ai lavori ha vinto un pezzo di questa Coppa Davis. Abbiamo contribuito tutti nel corso degli anni a tenere accesa questa voglia di vincere. Io mi sono emozionato quando giocavo ieri, non è cambiato molto”.
“Mi aspettavo questo coinvolgimento, quando si parla di nazionale l’Italia si unisce, e ora siamo diventati siamo 60 milioni di coach internazionali di tennis. Comunque sono pronto a discutere di tecnica nei prossimi dieci anni per vincere di nuovo la Coppa Davis o grandi eventi come gli Slam. La nazionale coinvolge tanto e ci si aspetta che i ragazzi giochino sempre“.
Sinner eroe di testa: “Così ha vinto la Coppa Davis“
“Sinner ha sempre fatto le sue scelte con la testa, gli era stato detto che la squadra era forte abbastanza per vincere in semifinale anche senza il suo contributo“, ha continuato l’intervistato. “Il suo obiettivo erano le Finals e la Coppa Davis, ma è ovvio che se avessimo perso in semifinale staremmo a recriminare“,
“A tutti gli effetti le grandi imprese nascono dalle difficoltà“, ha poi aggiunto l’intervistato. “Ricordiamoci però che questi grandi campioni e il loro staff ne sanno più di tutti noi”.
“Sullo 0-40 ho pensato che era finita, poi conoscendo Jannick e vedendo il primo back di Djokovic ho detto in telecronaca che non mi sembrava così tranquillo anche se poi Sinner ha fatto il suo. La conferma c’è stata quando Novak non è lungolinea col rovescio. Una cosa unica, visto che è uno dei suoi colpi. Poi ha scelto di andare al centro perché non era sicuro di sé ma Sinner gioca bene la volee. Dentro di me ho detto questa partita la vince. Poi infatti Novak si è sciolto, rendendo onore a un giocatore che rispetta così tanto da considerarlo alla sua altezza”.