Sinner spaccatutto: la sua favola tra i monti e quell’aneddoto sbalorditivo

Sinner, da un’intervista è emerso un aneddoto del quale nessuno era a conoscenza: lo sapeva già a tre anni e mezzo.

C’era una volta, tanto tempo fa, un bambino dai capelli rossi e ribelli che alla racchetta da tennis preferiva di gran lunga scarponi da neve e sci. Faceva su e giù per i monti ogni volta che poteva e pare che fosse anche piuttosto bravo. E se la cava bene ancora oggi, a dirla tutta, tant’è che spesso va a sciare con la sua amica Lindsay Vonn.

Sinner spaccatutto: la sua favola tra i monti e quell'aneddoto sbalorditivo
Sinner (Instagram)

A 13 anni, però, c’era stato un improvviso cambio di rotta. Jannik Sinner, è di lui che stiamo parlando, aveva deciso di rispolverare un’antica passione e di mettere da parte l’attrezzatura da neve. Iniziò così a giocare seriamente a tennis e si rese conto che il suo sogno, adesso che era un adolescente, era quello: sbarcare nel circuito maggiore e diventare il numero 1 al mondo. Il resto è storia: poco dopo è partito alla volta di Bordighera e, alla corte di Riccardo Piatti, ha perfezionato il suo gioco. A 14 anni ha debuttato tra i professionisti e da quel momento in poi non s’è più fermato. Ha corso e lottato fino allo stremo e ora è ad un passo, anzi tre, dal sogno di una vita: la vetta è vicina, essendo lui, al momento, il quarto migliore tennista al mondo.

Ma Jannik aveva già avuto, dicevamo, una piccola parentesi a sfondo tennistico. Il primo contatto con questo sport non lo ha avuto a 13 anni, come si è sempre pensato. C’è stato un periodo, infatti, in cui mamma Siglinde e papà Hanspeter erano “disperati”. Letteralmente. E a raccontare perché è Andreas Schönegger, che ha rivelato al Corriere dello Sport alcuni dettagli piuttosto divertenti sul passato del campionissimo azzurro.

Sinner lo sapeva già a tre anni e mezzo

Iniziamo col dire che Schönegger, che Sinner chiama Ando, è un istruttore di sci e di tennis. Lavora tra San Candido e Sesto Pusteria, nei luoghi tanto cari al portacolori azzurro in gara alle Nitto Atp Finals di Torino.

Sinner spaccatutto: la sua favola tra i monti e quell'aneddoto sbalorditivo
Baby Sinner alle prese col tennis (Instagram)

Un amico di famiglia, ma anche il primo maestro del fenomeno italiano che adesso impazza in ogni dove. “La prima racchetta da tennis? Gliel’ho messa in mano io – queste le parole di Ando – Jannik aveva tre anni e mezzo e la madre mi aveva pregato: “Portamelo fuori casa perché me la sta distruggendo”. Giocava con la racchetta del papà facendo rimbalzare la pallina su specchi, porte, finestre”.

Al tennis, a quel tempo, preferì poi lo sci alpino, ma il suo destino, a quanto pare, era già scritto. Così come potrebbe essere scritto, a sentir Schönegger, quello degli aspiranti tennisti che oggi guardano a Jannik come a un idolo di cui calcare le orme: “Qui in valle – ha aggiunto nell’intervista il primo maestro del campione – i bambini sono tutti fanatici: ne abbiamo 300 iscritti al circolo di tennis perché Jannik è l’eroe di tutti. La nonna di mia moglie ha 93 anni e non si perde una partita. A San Candido, al Bar Marco, un maxischermo proietta tutti i match, anche di notte”. Era solo questione di tempo, insomma. Era scritto nelle stelle, e in quei vetri rotti, che sarebbe diventato un fenomeno.

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