Sinner, scaramanzia portami via: ormai è un talismano

Sinner si sta “trasformando” in Nadal: c’è un dettaglio, del quale forse non ti sei accorto, che sta facendo la differenza.

Rafael Nadal è inarrivabile. Non solo in termini di risultati, avendo lui avuto una carriera strabiliante, ma anche dal punto di vista della scaramanzia. Nessuno crede nelle abitudini e nei riti “propiziatori” più del mancino di Manacor, i cui tic e le cui manie passeranno senz’altro alla storia. Anzi, ci sono già passati, a dirla tutta.

Sinner, scaramanzia portami via: ormai è un talismano
Sinner (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Dalla pettinata alle sopracciglia all’asciugamano perfettamente lisciato e rassettato sulla panca, passando per le bottiglie posizionate al millimetro, sul suo decalogo di regole auree pre-match e pre-servizio ci si potrebbe scrivere non un libro, ma un’enciclopedia intera. Non è il solo atleta, naturalmente, ad essere così incredibilmente scaramantico. Vi avevamo raccontato proprio qui, qualche tempo fa, di come anche Matteo Berrettini lo sia, fermamente convinto com’è, per dirne una, che il cappellino indossato al contrario possa in qualche modo portagli fortuna.

E c’è qualcun altro che, proprio di recente, è entrato a far parte della top ten degli scaramantici. Qualcuno che si “ostina” a fare qualcosa da svariati mesi a questa parte perché certo, evidentemente, che un certo oggetto in suo possesso sia ormai diventato una sorta di talismano. Che sia anche merito di questa “cosa” se è arrivato laddove si trova adesso. Un po’ come se fosse il quadrifoglio del disneyano Gastone, ecco.

Sinner, giù le mani: quella maglia non si tocca

Quel qualcuno risponde al nome di Jannik Sinner, che stasera giocherà sul campo del Pala Alpitour di Torino per la terza volta e che ha sconfitto in tre set, lo scorso martedì, nientepopodimeno che il granitico numero 1 al mondo Novak Djokovic.

Sinner, scaramanzia portami via: ormai è un talismano
Sinner a Toronto con indosso la sua maglia portafortuna (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Anche in occasione di quell’attesissimo match, che come ampiamente prevedibile ci ha regalato emozioni a non finire, l’altoatesino aveva con sé l’oggetto di cui sopra. Non parliamo dell’iconico borsone firmato Gucci e neppure di un gioiello a lui particolarmente caro. Si tratta della maglia Nike, bianca e con le bande verde chiaro che corrono sui fianchi, che indossa da parecchi tornei a questa parte e che tratta ormai alla stregua di un preziosissimo talismano.

È la stessa maglia che ha sfoggiato, guarda caso, negli ultimi tre tornei vinti nella seconda parte della stagione. La indossava a Toronto, quando ha vinto il suo primo Masters 1000, ma anche in Cina, quando ha trionfato all’Atp 500 di Pechino, e infine a Vienna, quando ha messo in tasca altri 500, importantissimi, punti. Finora gli ha portato fortuna anche alle Finals, e chissà che non possa farlo pure, dulcis in fundo, nello scontro con il temibile Holger Rune.

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