Berrettini, il futuro comincia adesso: l’erede è stato designato. La dichiarazione non ha colto di sorpresa nessuno: ha ragione lui.
Di tutto s’è trattato meno che di un fulmine a ciel sereno. Si vogliono così tanto bene e si rispettano al punto tale che mai e poi mai, d’altronde, uno dei due avrebbe piantato in asso l’altro senza preavviso. Alla chiacchieratissima decisione, ufficializzata ormai poco più di una settimana fa, ci sono arrivati semmai di comune accordo.
Matteo Berrettini ha capito che era tempo di cambiare aria e di uscire dalla propria comfort zone e Vincenzo Santopadre, dal canto suo, si è reso conto che era giunta l’ora di ampliare il suo curriculum e di buttarsi a capofitto in qualche nuova avventura. Da qui la decisione di separarsi dopo 13 anni trascorsi fianco a fianco, cuore a cuore, nella buona e nella cattiva sorte. Possiamo solo immaginare quanto sia stato difficile e quanto ancora, sicuramente, lo sarà. Cambiare metodo e approccio non sarà facile per nessuno dei due, men che meno per Berrettini, che dovrà di fatto ricominciare da zero.
Il toto-allenatore ha tenuto banco per tutta la scorsa settimana e due nomi sono circolati in maniera parecchio insistente. Ci riferiamo a Patrick Mouratoglou e Ivan Ljubičić, che secondo il popolo dei social sarebbero i candidati perfetti per occupare il posto lasciato libero lo scorso sabato da Santopadre.
Dopo il post d’addio al suo mentore, Matteo si è chiuso nel suo silenzio. Al momento è in vacanza, ma il tempo stringe ed è molto probabile, per la verità, che abbia preso accordi con il nuovo coach ancor prima che la separazione da Santopadre venisse effettivamente ufficializzata.
Non sappiamo ancora, quindi, chi raccoglierà la sua eredità. Sappiamo già, invece, cosa ne sarà del futuro di Berrettini. A spifferare qualche dettaglio in proposito è stato il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, che in un’intervista al quotidiano La Stampa ha parlato anche del martello romano: “L’unico suo problema è il fisico – ha detto – Matteo è un uomo maturo e capisce il gioco meglio degli altri, anche di chi ha vinto 4-5 Slam”.
“Se dovessi scegliere il futuro capitano di Davis – ha aggiunto, accendendo così i riflettori su un possibile scenario lontano nel tempo – non avrei dubbi: prenderei Berrettini“. Sarebbe il candidato perfetto, ha detto Binaghi, e non ha tutti i torti. The Hammer è un uomo squadra impeccabile, capace di dare tantissimo sia in panchina che in campo. E chissà che quanto profetizzato dal presidente non possa, un giorno, avverarsi.
Questo contenuto è stato modificato 6 Novembre 2023 12:06
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