Musetti sbotta in campo a metà della partita contro Dimitrov: le sue parole non fanno altro che confermarlo.
C’è stato un momento in cui gli italiani avevano occhi solo, o quasi, per lui. Per il suo tennis alla vecchia maniera e per il suo repertorio incredibilmente vasto, per le magie che faceva con la sua racchetta, per quel rovescio a una mano che ha incantato, negli anni, migliaia e migliaia di telespettatori. Poi, all’improvviso, la luce si è spenta.
Non si può dire che il 2023 sia stata una grande annata per Lorenzo Musetti. Lo è stata per Jannik Sinner, che è salito fino alla quarta posizione del ranking Atp e che ha eguagliato, vincendo il suo decimo titolo nel circuito maggiore, il record di Adriano Panatta. Il carrarino, invece, si è come trascinato. Fatta eccezione per qualche guizzo qua e là, non ha agguantato, nonostante le aspettative fossero alle stelle, nessun risultato degno di nota. Ed è una fortuna che la matematica sia dalla sua parte e che ancora oggi, grazie ai successi dello scorso anno, sia 22esimo al mondo. Altrimenti, sarebbe stato un disastro completo.
Di tempo per rimediare ne ha in abbondanza, avendo lui soltanto 21 anni. È essenziale, però, che sfrutti al meglio il tempo che lo separa dalla trasferta australiana, se davvero vuole risalire la china. C’è chi invoca una rivoluzione in panchina e c’è chi, semplicemente, gli consiglia di concentrarsi più sul tennis e un po’ meno sulla sua fidanzata, Veronica Confalonieri. Che, benché la notizia non sia mai stata né smentita e né confermata, sarebbe in dolce attesa.
Che differenza tra Sinner e Musetti: lo sfogo in campo
Sta di fatto che, indipendentemente da ciò che ne sarà, Lorenzo Musetti sembra essere ko soprattutto a livello mentale. Dal punto di vista fisico non sta ravvisando particolari problemi, ragion per cui è evidente che, in questo momento, a funzionare poco o male sia la testa.
A confermarlo ci sarebbe il durissimo sfogo di cui si è reso protagonista nelle scorse ore a Parigi, quando Grigor Dimitrov lo ha battuto, per la seconda volta consecutiva, al primo turno. Stavolta il carrarino ha lottato un po’ di più, magari, ma non tanto da aggiudicarsi la vittoria. E a metà del secondo parziale, durante un cambio campo, è sbottato tra sé e sé dimenticandosi, forse, della presenza dei microfoni.
“Dove vado così, dove vado? Dove c**** vado? Faccio i game per miracolo”. Domande retoriche, certo, ma estremamente rappresentative dello stato d’animo di un giocatore che sembrava destinato a grandi cose e che, invece, sta arrancando vistosamente. Fortuna che il tempo guarisce ogni cosa. O almeno speriamo.