Maurizio Sarri si sta confermando tecnico in grado di dominare tatticamente gli avversari, ma con dei limiti nella gestione della propria squadra. Un ex Lazio ha analizzato la situazione.
Stefano Fiore, ex centrocampista, è intervenuto ai microfoni di TvPlay per parlare dei risultati degli allenatori del campionato, partendo appunto dall’analisi delle ultime partite di Serie A, fra cui quella vinta dai biancocelesti.
“È stata una partita difficile per Sarri contro Italiano: la Lazio veniva dalla sconfitta di Rotterdam e non era in grande serata“, ha notato l’intervistato. “Merito anche della Fiorentina, che nel primo tempo avrebbe meritato di andare in vantaggio. Nel secondo tempo Sarri ha vinto la gara con i cambi, riuscendo a nascondere i limiti iniziali. Luis Alberto era sottotono. Immobile è stato inserito al momento giusto“.
L’intervistato ha voluto però sottolineare anche i meriti della Fiorentina: “Italiano è un ottimo allenatore ma forse la Viola, nel finale, avrebbe potuto osare di più“.
“La partita si è decisa con un episodio e poteva anche finire in pareggio“, ha dichiarato ancora Fiore, ammettendo poi che il rigore poteva starci: “Con le regole di oggi si può dare… La differenza tra le due squadre non è evidente. Le due rose non sono molto diverse nei numeri, ma forse i biancocelesti hanno più qualità in alcuni ruoli“.
I limiti di Sarri: “La Lazio non convince al 100%“
“Gudmundsson sarebbe ottimo per la Fiorentina, ma è difficile che la squadra viola possa lottare per la Champions”, ha aggiunto l’ex centrocampista.
“La Lazio ha troppi alti e bassi, e anche in difesa è meno solida rispetto alla scorsa stagione. Romagnoli è più in difficoltà rispetto alla scorsa stagione ma non è lui il problema principale”.
“Su Sarri ho un mio personalissimo parametro. Come allenatore è stato in due top club come Chelsea e Juventus dove ha vinto ed è stato a un passo dallo scudetto con il Napoli. E ha sempre lasciato il segno, a Napoli ha fatto un lavoro incredibile. Gli azzurri giocavano un calcio stellare. Forse Sarri potrebbe avere dei limiti caratteriali: è troppo intransigente e non fa rendere sempre al 100%“.
“Come allenatore di campo è uno dei migliori in assoluto“, ha insistito Fiore. “Quando non riesce ad allenare la squadra come lui vorrebbe va in escandescenza”.
“Ci sono allenatori che ti stressano e curano nei minimi dettagli ogni particolare. Spalletti, Prandelli e Malesani erano preparatissimi sulla tattica. Mourinho è un allenatore diverso, per esempio”.
“Poi la storia di Mourinho non si può discutere. Quando prendi uno come lui sai che tipo di tecnico è: non cerchi il gioco ma i risultati“, ha spiegato l’intervistato. “Finora ha comunque portato la Roma in due finali europee e non è poco. Sulla partita il giudizio è semplice: se l’Inter fa tre o quattro goal nel primo tempo non ci sarebbe stato molto da dire. Sono rimasto deluso dai giallorossi“.
“Mourinho non ha mai lavorato per schemi, forse il suo Porto giocava un gran bel calcio… È uno straordinario gestore di grandi campioni, non allena sul gioco e sugli schemi“.
“Inzaghi è tra i più bravi. È un normalizzatore, è diverso dai cosiddetti tecnico giochisti. Lui non si inventa nulla, non cambia mai modulo. La sua Lazio giocava molto bene e anche l’Inter si esprime ad alti livelli“.