Scommesse, come funziona il circuito illegale. Ecco come i vip riescono in alcuni casi a pagare le scommesse piazzate tramite le app di messaggistica
Le scommesse su siti illegali sono tornate prepotentemente alla ribalta in questi giorni, dopo l’inchiesta aperta dalla procura di Torino che vede coinvolti Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. E dopo il comunicato della scorsa settimana, dove svelava quanti soldi circolassero in questo tipo di scommesse, Agipro, tramite una fonte anonima, svela cosa succede dietro questo mondo.
“La chiave per spiegare quello che succede nel mondo del gioco illegale che produce oltre un miliardo e mezzo al mese, si riassume tra il fruscio del denaro contante e lo scandire perfetto di orologi. La stella polare di chi sceglie la via del gioco è il dark gaming – le scommesse illegali – perché per vip, attori, calciatori o rockstar, mantenere l’anonimato è vitale. E’ per questo che le giocate e le vincite, per evitare controlli e quesiti imbarazzanti degli istituti di credito, ‘parlano’ solo cash e in forma anonima. E allora, quando si fa clic sul sito illegale, ci si lega ad una “promessa” di pagamento. Ma nel caso dei calciatori o dei vip in generale – rivela una fonte che vuole rimanere anonima – «non c’è problema, la garanzia è negli orologi da capogiro o in qualche gioiello di valore»”. Insomma, in qualche modo i soldi nessuno li perde.
Scommesse, ecco come gira il tutto
Il punto è sempre lo stesso per i vip: cercare di rimanere anonimi sfuggendo alla registrazione dei vari siti che raccolgono in maniera legale le scommesse. Puntate fatte attraverso “Whatsapp o Telegram, magari usando frasi in codice a volte anche ingenue dove i soldi diventano «patate, pizze, gomme» e il banco accetta la puntata a credito”. Tanto i soldi ci sono sempre e al massimo c’è sempre quell’orologio al polso, che vale chissà quante migliaia di euro, che viene accettato come pagamento se non si vuole dare del contante. “Nel corso degli anni, si sono scoperte connessioni con la malavita pugliese, siciliana, calabrese e campana in tutta Italia. Cinque anni fa, un malavitoso intercettato commentava così le prospettive del business online illegale: “Io cerco i nuovi adepti nelle migliori università mondiali, cerco quelli che fanno così: ‘pin pin!!’. che cliccano, quelli che cliccano e movimentano”.
“L’Agenzia delle Dogane oscura i siti – siamo arrivati a diecimila – ma pochi minuti dopo ai clienti degli stessi, illegali, arriva una mail con un nuovo indirizzo (di solito lo stesso con un numero progressivo che cambia ad ogni oscuramento) che riporta alla bisca virtuale e istruzioni dettagliate per ‘riattivarsi’ rapidamente. E adesso, è in grado di rivelare l’agenzia Agipronews, c’è anche l’agente di zona, come per un’azienda di telefonia”. Insomma, per evitare quello che è un controllo, ci si inventa di tutto.