Scandalo scommesse, Fagioli e Tonali nel mirino: ecco cosa si nasconde davvero dietro la voglia dei giocatori di trasgredire.
Le auto più belle, le ville faraoniche, gli accessori di lusso che costano quanto un appartamento in centro a Milano. E ancora, le vacanze da sogno nelle mete più cool e costose del mondo, le famiglie perfette e sempre agghindate di tutto punto, i jet privati, gli yacht esclusivi e chi più ne ha più ne metta.
Si fa presto, dall’esterno, a giudicare le vite dei calciatori. Guadagnano così tanti soldi, facendo peraltro ciò che più amano – il che è già di per sé un enorme privilegio – che sembra quasi scontato che le loro esistenze siano perfette in tutto e per tutto. Perché, quanto meno sulla carta, sembrerebbero avere ogni cosa. La tranquillità economica derivante da uno stipendio a sei zeri, innanzitutto, ma anche la fama, i contratti con gli sponsor, l’adulazione da parte del grande pubblico e la serenità di chi sa che a fine mese non faticherà a far quadrare i conti. Che i conti, anzi, non dovrà neanche farli. Sembrano felici, i calciatori, di quella felicità inarrivabile ai comuni mortali. Come se avessero i superpoteri, in un certo senso.
Eppure, alla luce degli ultimi avvenimenti, sembra evidente che non tutti lo siano. O che non lo siano quanto crede chi li osserva dall’esterno e pensa di non avere neanche un decimo di ciò che hanno loro, per lo meno. Se così fosse, se fossero realmente appagati, non avrebbero alcun bisogno di cercare “soddisfazioni” altrove: le cercherebbero solo in campo, il luogo in cui possono esprimersi e dare il meglio di sé.
Cosa c’è davvero dietro lo scandalo scommesse
Invece no. Il fatto che alcuni giocatori avvertano il bisogno di buttarsi sul gioco d’azzardo, manco avessero davvero difficoltà ad arrivare a fine mese, ci induce a pensare che siano tremendamente fragili. Che non abbiano affatto i superpoteri di cui sopra.
Ma che, anzi, si ostinino a rincorrere chimere ed illusioni, come se le loro vite non fossero sufficientemente soddisfacenti. Perché non giocano d’azzardo per denaro. Giocano per divertimento, per dare un senso a delle giornate che forse, altrimenti, sarebbero vuote. Lo scandalo legato alle scommesse sportive, che ha trascinato nel fango, come noto, Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, non può non essere accompagnato da una riflessione proprio su questo. Sull’illusoria perfezione delle vite dei beniamini che crediamo invincibili e in possesso di un mazzo di “chiavi” capace di spalancar loro ogni porta. Ma non c’è nessun mazzo, non c’è nessuna chiave. C’è solo la fragilità di un uomo che ha tanto ma che crede che quel tanto non sia tutto. E che per quel tutto è disposto a fare qualunque cosa.
La voglia di avere sempre di più, di trasgredire, di provare sulla propria pelle un brivido di eccitazione. Perché rischiano, rischiano grosso quando lo fanno, e loro ne sono consapevoli. Un meccanismo deliberatamente sadico, dunque, quello che si nasconde dietro l’ennesima pagina di calcioscommesse in Italia. Dalla cui “lettura” speriamo qualcuno possa imparare la lezione.