Dopo la lunga confessione rilasciata alla Produra da Nicolò Fagioli, si discute della squalifica che ha investito il reoconfesso, secondo molti troppo lieve.
Umberto Calcagno, vicepresidente della FIGC e presidente dell’AssoCalciatori, è intervenuto ai microfoni di TvPlay per commentare i contenuti della confessione fiume offerta da Fagioli agli inquirenti e palesare la posizione della Federazione rispetto ai calciatori che si autodenuceranno.
“Credo che già col caso Fagioli, l’unico cristallizzato, si è aperta una strada che è la migliore da percorrere“, ha spiegato Calcagno. “Spero che i casi restino circoscritti, e oggi abbiamo un esempio di come si possa stare vicino a un ragazzo che ha sbagliato. La sanzione non è affatto lieve“.
Secondo Calcagno, 7 mesi sono una pena più che sufficiente. E lo stop permetterà a Fagioli di risolvere i propri problemi. “C’è un fine riabilitativo nella sanzione, e una parte della pena serve anche a rendere la punizione utile per il prossimo”. Fagioli, infatti, dovrà dedicare alcuni mesi alla promozione del dibattito sul problema della ludopatia in scuole calcio, istituti e fondazioni.
A chi chiede le dimissioni di Gravina, Calcagno risponde con disappunto. “Le motivazioni che potrebbero portare a una simile richiesta mi appaiono incomprensibili, anche per le tante iniziative che mettiamo in piedi proprio a sostegno dei ragazzi”.
Calcagno sulla confessione di Fagioli: “Risolveremo questo problema“
“In questo momento non credo che il problema si allargherà a macchia d’olio. Ma abbiamo di fronte l’occasione per affrontare una criticità che non è in particolare del calcio“, ha continuato l’intervistato. “Sappiamo quanto il calcio abbia un peso dal punto di vista educativo, e questa può essere una spinta anche per capire la nostra generazione di genitori. Stiamo sottovalutando forse alcuni aspetti e alcune criticità”.
“Mi è dispiaciuto che si sia puntato così il dito su calciatori affermati“, ha poi dichiarato il vicepresidente, “è più facile creare notizie su di loro. Sono davvero dispiaciuto. Non so se ci saranno altri casi come quello di Fagioli. Penalmente le scommesse hanno poco valore, ma noi vogliamo tutelare il sistema con sanzioni dure. Se ci sono altri calciatori che giocano, si vedrà”.
“Le norme attuali nascono da una storia: gli accadimenti del 2011“, ha poi sottolineato l’intervistato. “I soggetti esterni al nostro ordinamento, anche malavitosi, avevano truccato partite sfruttando la debolezza di alcuni calciatori ludopatici. Tutti abbiamo avvertito l’esigenza di realizzare queste regole. Chi ha il vizio è un soggetto più vulnerabile”.
“Non c’è stata alcuna manomissione del risultato“, ha infine voluto affermare Calcagno. “La confessione di Fagioli sarà utile a tutti. Per lui e anche per chi lo ascolterà. Personalmente, sono molto soddisfatto di come siano andate le cose a tal proposito”.