Federica Masolin sventola bandiera bianca prima dello scadere del gong: epilogo inaspettato per la giornalista sportiva.
Sbaglia chi pensa che abbracciando la Champions League abbia in qualche modo tradito la Formula 1. Federica Masolin ha un cuore talmente grande da riuscire a farcele stare entrambe, queste passioni. Due amori che la accompagnano sin da quando era bambina e che le hanno permesso, a conti fatti, di intraprendere una carriera fantastica.
Non è più solo la regina dei motori e dei paddock, quindi, ma anche del calcio. E bisogna ammettere, questo è poco ma sicuro, che se la cava egregiamente in entrambi gli ambiti. Il perché è presto detto. La stella di Sky Sport deve la sua competenza in materia a suo padre, che la trascinava di qua e di là per evitare che la bimba patisse troppo la gelosia. Soffriva, la piccola Federica, il fatto di non essere più la sola cocca di casa, dopo l’arrivo della sua sorellina. Laura, la secondogenita della famiglia Masolin, ora è la sua complice preferita, la sua partner in crime. E la giornalista, stando così le cose, le deve tanto. Forse tutto.
Se non fosse arrivata lei, infatti, il papà non avrebbe scarrozzato Federica allo stadio, in pista e ai palazzetti per distrarla dalla sua gelosia. Non sarebbe quindi, probabilmente, l’appassionata di sport che è oggi, la giornalista sportiva più amata del Bel Paese.
Federica Masolin, la fretta è cattiva consigliera
Nonché la più esperta, tanto sul fronte del calcio quanto su quello dell’automobilismo, sebbene resti inteso che la Formula 1 abbia, nella sua vita, un ruolo ancor più significativo. Le ha permesso di diventare una stella ed è del tutto legittimo, quindi, che possa avere una predilezione per i motori.
Visualizza questo post su Instagram
Non è un caso che la Gazzetta dello Sport, nell’ambito del Festival della Gazzetta, le abbia proposto un gioco a tema F1, nelle scorse ore. Nel filmato circolato sui social, viene chiesto a Federica Masolin di nominare quanti più piloti possibile in 30 secondi. La giornalista inizia ad elencarli subito, ma non è spedita come si potrebbe pensare. Di tanto in tanto s’inceppa e deve riflettere, prima di tirar fuori il nome successivo.
Non perché non ne conosca a sufficienza, intendiamoci. Ma perché la fretta, si sa, è quasi sempre una cattiva consigliera. “Li so tutti – dice ad un certo punto ridendo, sullo scadere del gong – ma adesso voi mi mettete sotto pressione“. Una resa inaspettata ma del tutto giustificata. Per stavolta, la possiamo perdonare.