Sinner si è trattenuto finora, ma adesso è arrivato il momento di parlare: tutta la verità sul “no” alla convocazione di Volandri.
Il carro dei vincitori è così: c’è chi scende nei momenti bui, c’è chi sale quando le cose vanno per il verso giusto. E poi c’è chi, indipendentemente dagli eventi, resta sempre a bordo, senza mai abbandonare la corsa. Perché ci crede, perché sa bene che certi accadimenti fanno parte di un percorso che non può essere sempre rose e fiori.
E quanti hanno dato fiducia a Jannik Sinner negli anni, confidando nelle sue potenzialità e nel suo talento, sta finalmente raccogliendo i frutti di tanta “fedeltà”. Il campione altoatesino è volato al quarto posto del ranking Atp, sbugiardando quanti pensavano che non sarebbe mai stato in grado di battere i mostri sacri del circuito. Beh, a Pechino ne ha sconfitti due in appena ventiquattro ore: prima Carlos Alcaraz, suo rivale per antonomasia e numero 2 al mondo, poi Daniil Medvedev, che fino a qualche giorno fa era la sua bestia nera e che è il terzo migliore giocatore sulla scena internazionale. Diciamo, quindi, che di strada ne ha fatta e pure tanta. E che il meglio deve ancora venire.
Nonostante tutto, Sinner continua ad essere uno dei bersagli preferiti dal popolo dei social e da una certa fetta della stampa nazionale. Eclatante, in tal senso, è quanto accaduto di recente, in prossimità della fase a gironi della Coppa Davis. Il capitano azzurro Filippo Volandri lo voleva con sé a Bologna, ma Jannik ha preferito rinunciare per rifiatare dopo gli Us Open e preparare la tournée asiatica. Cosa che, come noto, ha scatenato un vero e proprio “inferno”.
Il numero 1 d’Italia è stato tacciato di egoismo, di disinteresse nei confronti della maglia azzurra. Se ne sono dette di ogni, sul suo conto, ma qualcuno, guarda caso, è tornato sul suo carro in trionfo subito dopo la vittoria in Cina contro Medvedev.
Nei giorni clou della polemica, Sinner non è mai intervenuto a proposito delle critiche a lui rivolte. Ha lasciato che se ne parlasse senza mai replicare, ma adesso deve aver pensato che i tempi fossero maturi per dire la sua e chiudere, si spera, il cerchio. Nell’intervista che ha rilasciato al Corriere dello Sport c’è, infatti, un passaggio sulla Davis. “Ho preso questa decisione insieme al mio team – ha detto, quando gli è stato chiesto come avesse vissuto le critiche ricevute – dopo gli US Open, per una serie di ragioni. Nella scorsa stagione arrivai in Davis da New York non al meglio, giocando male e vincendo un match su due”.
“A volte – ha aggiunto – ho bisogno di allenarmi per ritrovare la migliore forma fisica e così ho fatto quest’anno. Le critiche le ascolto, le accetto sempre, anche perché se arrivano vuol dire che sono forte. Detto ciò – è questo il passaggio cruciale dell’intervista – non sono molto d’accordo con chi ha parlato di me come un’azienda che punta solo a far soldi: ho saltato diverso tornei per allenarmi e non ho mai partecipato ad alcuna esibizione“.
Questo contenuto è stato modificato 8 Ottobre 2023 10:48
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