Sinner, adesso basta | Levata di scudi: “Spazzatura nazionalistica”

Sinner sceglie la strada del silenzio, ma gli altri no. La polemica continua: se ne stanno dicendo di cotte e di crude.

“Ci sono risultati, condivisi, che valgono più di un posto in cima al ranking e fanno crescere più di ogni esperienza individuale”. Sta tutto qui, in queste poche parole, il Gazzetta pensiero a proposito di uno dei temi più scottanti delle ultime due settimane: il no di Jannik Sinner alla Nazionale azzurra di tennis.

Sinner, adesso basta | Levata di scudi: "Spazzatura nazionalistica"
IlVeggente.it (Ansa)

Il campione altoatesino avrebbe dovuto recarsi a Bologna e sostenere la squadra nella cavalcata alle finali di Coppa Davis. Eppure, alla vigilia dell’evento, ha deciso di alzare la cornetta e di comunicare al capitano Filippo Volandri la sua volontà di rinunciare alla convocazione. Con la tournee asiatica all’orizzonte, e con le fatiche Oltreoceano ormai alle spalle, il numero 1 d’Italia ha ritenuto che fosse meglio fermarsi un po’ e ricaricare le pile, piuttosto che partire alla volta dell’Emilia Romagna per la fase a gironi della nota competizione. Decisione che, come ben sappiamo, non è stata accolta troppo bene dal popolo del tennis.

E neanche dalla Gazzetta dello Sport, a quanto pare, che al cosiddetto “Caso Nazionale” sta dedicando fiumi e fiumi di inchiostro e di parole. Una vera e propria crociata, quella del quotidiano sportivo, che attraverso le sue colonne – e anche attraverso quelle del settimanale ad esso legato, Sportweek – sta “parlando” quasi quotidianamente al giovane Jannik. Una battaglia, quella della redazione, tesa a far sì che il 22enne di San Candido capisca “di avere sbagliato” e prenda atto di quanto valga la maglia azzurra che, per ragioni la cui correttezza non spetta a noi valutare, ha messo da parte per poter perseguire i propri obiettivi individuali.

Sinner

Sta di fatto che Sinner non è solo, in questa battaglia di cui è il solo ed unico bersaglio. Ha dalla sua una schiera talmente folta di sostenitori che, nelle ultime ore, ben più di un tweet è stato dedicato all’ennesimo articolo pubblicato sul tema. Quello, cioè, che è nell’edizione odierna di Sportweek.

“Sinner si ricordi di essere un simbolo”, tuona il settimanale del sabato, allegato alla Gazzetta dello Sport. E no, l’ennesimo attacco i sostenitori di Jannik non sembrano assolutamente disposti a tollerarlo. Tanto che molti di loro, nelle ultime ore, sono scesi in piazza – virtualmente, s’intende, avendolo fatto sui social – in difesa del loro beniamino. Che non può essere giudicato umanamente, a detta loro, per il solo fatto che si è rifiutato di giocare nella fase a gironi della Coppa Davis.

Nell’articolo si parla di lui come di un peccatore – Sinner significa proprio questo, per cui si tratta di gioco di parole – e lo si invita a chiedere scusa. Se lo facesse, c’è scritto, “sarebbe come vincere uno Slam”. Poi lo si paragona a Novak Djokovic, che alla veneranda età di 36 anni, e dopo aver vinto lo Us Open, è invece corso a dare man forte ai suoi compagnia di squadra in Davis. E i fan di Sinner, dicevamo, non ci stanno più. Sull’ex Twitter, oggi X, parlano di “accanimento mediatico”, di “follia”, di “schifezza” e di “stupidità”.

Nonché di “spazzatura nazionalistica scritta con orgoglioso cinismo per alimentare polemica e click”, definizione che racchiude egregiamente il concetto che molti vorrebbero esprimere. E cioè, che Jannik non si tocca. Che non importa che abbia dato forfait alla Nazionale, purché a Malaga ci sia, perché è e rimarrà il più grande tennista della nostra storia. Ma basterà questo a placare le polemiche?

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