Sinner, verdetto spietato: tra due anni la prova del nove

Sinner, continua a “piovere” dopo la rinuncia alla Coppa Davis. Rimandato ancora una volta: due anni di attesa.

Diciamoci la verità: eravamo certi, stracerti, che agli Us Open avremmo assistito ad un nuovo capitolo di una delle storie di rivalità più accattivanti del momento. Credevamo fermamente che la vecchia guardia avrebbe dovuto vedersela, ancora una volta, con la nuova generazione. E invece, così non è stato.

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Un ottimo Daniil Medvedev ha eliminato, a sorpresa ma non troppo, essendo comunque un giocatore di altissimo livello, colui il quale un anno fa aveva alzato al Flushing Meadows la sua prima coppa Slam. Non c’è stata occasione, quindi, di scoprire se sul cemento, com’era stato a luglio sull’erba, Carlos Alcaraz fosse effettivamente in grado di avere la meglio sul numero 1 al mondo. Novak Djokovic ha dovuto vedersela contro il russo e, fatta eccezione per un secondo set più movimentato, non ha dovuto faticare come a Wimbledon. La sua ennesima vittoria stupisce. Non perché non ce l’aspettassimo, ma perché è straordinario che alla sua età sia ancora in grado di imporsi negli Slam, nonostante la concorrenza sia tanto agguerrita.

Un trionfo che ci fa capire, se mai ce ne fosse bisogno, che la vecchia generazione ha ancora tanto da dare al tennis. E dinanzi a tanta costanza e determinazione non resta che inchinarsi, come ha fatto Paolo Bertolucci. L’ex tennista azzurro, intervistato da Notizie.com all’indomani dell’ultimo atto degli Us Open, è stato sintetico ma esaustivo. “Tre Slam su quattro – così ha commentato la vittoria di Nole – e in quello non vinto è arrivato in finale. Cosa si vuole più dalla vita?“.

Sinner “rimandato”: servono ancora due anni

Non ha parlato solo del numero 1 serbo, però, il braccio d’oro degli anni Settanta. Un commento su Jannik Sinner, il cui cammino newyorkese si è interrotto agli ottavi di finale, quando è inciampato in Sascha Zverev, era più che mai doveroso. E non si può dire che sia stato troppo clemente.

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Quando Notizie.com gli ha chiesto se l’altoatesino sia, a suo avviso, fisicamente pronto per reggere le partite da 5 set, tipiche degli Slam, Bertolucci non ha esitato neanche un attimo. “Indubbiamente – ha detto – come cilindrata fisica è indietro rispetto ai migliori e lui lo sa. Sta lavorando e si spera che da qui a due anni questa forbice si accorci”.

Un altro passaggio ancora lo ha riservato, poi, agli altri italiani che hanno giocato a New York, fatta eccezione per Berrettini, ritiratosi, come noto, per via di un infortunio alla caviglia. “Molto bene Arnaldi – questo il giudizio dell’ex tennista – Sonego ha fatto quello che doveva fare. Musetti non bene sinceramente. Ha perso con un giocatore alla sua portata e, soprattutto, per come è andato il match, secondo me quello era da chiudere a proprio favore”.

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