Bonucci, dopo settimane di scontri con il club bianconero, è pronto a trasferirsi a Berlino: la storia con la Juve è finita male, e secondo alcuni non è sbagliato parlare di mobbing.
Il difensore, in rotta con Allegri e la dirigenza bianconera, vola nella Capitale tedesca per firmare con l’Union, squadra che prenderà parte alla prossima Champions. La Juve, a quanto pare, pagherà parte dell’ingaggio. Mattia Grassani, avvocato del Napoli, è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it, in onda sul canale Twitch TVPlay, per parlare del caso mobbing connesso all’uscita di Bonucci, della querelle Spalletti e del rinnovo di Osimhen.
“Il caso Bonucci non mi sorprende“, ha spiegato l’avvocato. “Purtroppo non è il primo e non sarà l’ultimo. Possiamo parlare di una lunga serie di rapporti tra società e calciatori che sono diventati ingombranti per questioni contrattuali. Niente di nuovo sotto al sole, quindi. Bonucci era diventato ingombrante per motivi tecnici, comportamentali e di ingaggio, e tutto ciò è per me l’ennesima dimostrazione che il mobbing esiste“.
“Non gli è stato permesso di allenarsi con la prima squadra e con il proprio allenatore. Questo è mobbing“, ha continuato Grassani. “In tribunale sarebbe potuta finire in qualunque modo, da tripla. Ha fatto bene ad andarsene. Diciamo che è stato costretto…”.
Si chiude il caso Bonucci: “C’è stato mobbing“
Leonardo Bonucci giocherà dunque in Bundesliga. Concluso il rapporto con la Juve, squadra che lo aveva messo fuori rosa non considerandolo parte del progetto tecnico, il difensore classe 1987 ha dato nelle ultime ore l’ok definitivo al trasferimento in Germania. La Juventus contribuirà a pagare una parte dell’ingaggio (3,5 lordi saranno a carico dei bianconeri) del calciatore.
Grassani ha parlato poi di un altro caso che preoccupa molto i tifosi, ovvero il rinnovo di Victor Osimhen. “Il contratto di Osimhen l’ho scritto tanto tempo fa. Rinnovo? Ci sono trattative avanzate e negoziazioni avanzate… Credo si farà”.
“La querelle Spalletti vede coinvolti solo il club e il tecnico“, ha detto ancora l’avvocato. “La Federazione ha esercitato un suo diritto sottoponendo un contratto a un allenatore libero e senza contratto. Andremo in tribunale se il Napoli mi dirà di fare causa“.
“Il 18 luglio Spalletti ha firmato un accordo conciliativo che prevedeva determinati obblighi, diritti e doveri. Quell’accordo ho contribuito anche io a scriverlo. L’allenatore, con quell’accordo, rinunciava ad allenare qualunque club e qualunque Nazionale. Lui lo ha firmato e un mese dopo si parla di Spalletti in Nazionale. C’è chi dice che non vale quella clausola. Se il Napoli non avesse accettato le sue dimissioni, lui oggi non potrebbe allenare la Nazionale”.