Djokovic, le cose non sono state fatte per tempo e potrebbe essere costretto, adesso, a rinunciarvi: ecco cosa è successo.
Paese che vai, usanze che trovi. Soprattutto quando si parla di burocrazia e di diritti. Ne sanno qualcosa gli italiani, perennemente alle prese con tempi biblici, procedure farraginose ed attese estenuanti, ma non solo. Anche in Serbia, a quanto pare, hanno qualche problemino di troppo su questo fronte.
Fortuna che a pagarne le spese stavolta sarà qualcuno il cui tenore di vita non dipende certo dallo sblocco, o meno, della spiacevole situazione che si è venuta a creare. Anzi, probabilmente neanche se ne sarebbe accorto, se non fosse stato per la stampa serba, che ha ben pensato di divulgare una notizia che, indipendentemente dal fatto che riguardi una stella dello sport mondiale, ha effettivamente dell’incredibile. Ma veniamo a noi ed iniziamo col dire che la “vittima”, in questa intricatissima vicenda, è Novak Djokovic, pluricampione Slam ed ex numero 1 del ranking Atp.
Il tennista di Belgrado avrebbe diritto, in teoria, ad una sorte di pensione sportiva. Non si è ancora congedato dal circuito – e né sembra avere ancora intenzione di farlo, in forma com’è – ma dovrebbe comunque percepire ogni mese una certa somma. La pensione in questione deriva dall’ottimo risultato da lui conseguito ai Giochi Olimpici del 2008, in occasione dei quali, come senz’altro ricorderanno i suoi tifosi, vinse una medaglia di bronzo. Avrebbe dovuto iniziare a riscuoterla al compimento del 35esimo anno di età – a maggio ha spento 36 candeline – ma non ha ancora ricevuto un solo euro.
Il ritardo nella corresponsione sarebbe imputabile, come spiega Sportklub, ad un errore commesso dalla Tennis Association of Serbia. Spettava ad essa presentare, entro 30 giorni dalla medaglia conquistata alle Olimpiadi, la documentazione necessaria affinché il tennista ricevesse quanto dovuto.
E indovinate un po’? Sì, probabilmente avrete intuito che la TSS non ha mai presentato la documentazione in questione e che il tempo per farlo è ormai abbondantemente scaduto. Una possibile soluzione, tuttavia, potrebbe esserci, ed è da ricercarsi nel fatto che le regole relative a questa pensione sportiva sono cambiate nello scorso 2009, poco dopo il trionfo di Djokovic ai Giochi Olimpici. Il governo serbo stabilì che da quel momento in poi il “vitalizio” sportivo sarebbe stato liquidato mensilmente a partire dal quarantesimo anno di età dell’atleta.
Conti alla mano, insomma, Nole ha già ingiustamente perso 14 mensilità della pensione che gli spettava di diritto. Non resta che capire, a questo punto, se si deciderà di chiudere un occhio per lui o se la legge, come recita un vecchio adagio, non ammetterà “ignoranza” neppure in questo caso.
Questo contenuto è stato modificato 19 Agosto 2023 10:35
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