Continua la querelle fra FIGC e De Laurentiis sulla penale per liberare Spalletti per permettergli di allenare la Nazionale di calcio italiana dopo le dimissioni di Roberto Mancini.
La FIGC ha deciso cosa fare e dunque terrà il punto sulla propria scelta: vuole affidare la panchina della Nazionale a Luciano Spalletti. E probabilmente non pagherà la clausola al Napoli, nonostante il duro comunicato di De Laurentiis, in cui il presidente del club partenopeo parla di “una questione di principio, e non di vil denaro“. Pare che gli avvocati della Federazione stiano approfondendo gli aspetti legali per trovare una scappatoia.
Ha parlato della situazione anche l’avvocato Roberto Afeltra, esperto di diritto sportivo. Intervenuto ai microfoni di calciomercato.it, in onda sul canale Twitch TVPlay, l’avvocato ha ribadito che, per prendere Spalletti in Nazionale, la FIGC deve pagare la clausola.
“Su questa vicenda ha già parlato il mio amico l’avvocato Grassani”, ha esordito Afeltra. “Io non posso far altro che confermare la validità di quanto da lui affermato. La clausola che lega Spalletti e il Napoli vale anche per la Nazionale. Quindi, a meno che le parti De Laurentiis e Spalletti non trovino un accordo diverso, la norma è quella“.
“O Spalletti paga o non può allenare la Nazionale“, ha sintetizzato l’intervistato. “Si tratta di una clausola strana perché é a mesi. Se Spalletti, ad esempio, firmasse a settembre, andrebbe a pagare due milioni e mezzo e non tre. In quella scrittura privata è riportato che qualora Spalletti dovesse andare ad allenare un club o una Nazionale potrà farlo solo a fronte del pagamento di una clausola. A meno che le parti non recedano dall’accordo. La scrittura non è superabile, Grassani che è molto più bravo di me è stato chiaro“.
“Mattia è una persona al di sopra delle parti“, ha continuato l’avvocato ai microfoni di calciomercato.it. “La scrittura privata non può essere messa in discussione da un tribunale sportivo, è inattaccabile. Sarebbe grave”.
Infine, Afeltra ha commentato anche la vicenda Bonucci. “La Juventus ha diritto a non andare avanti nel percorso e Bonucci non ha alcun diritto da vantare nei confronti della società bianconera nè a livello giuridico legale nè a livello ipoteticamente morale o di immagine altrettanto ipoteticamente svalutata. Quindi non c’è niente di niente cui il giocatore può appigliarsi”.
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