Sinner prigioniero senza colpe: fuga da Alcaraz

Sinner prigioniero senza nessuna colpa. Tutti a paragonarlo ad Alcaraz quando lui si può tranquillamente ritenere soddisfatto, ed è poco, di quello fatto fino al momento

Fuga da Alcaraz. Come il film. E forse adesso è quello che spera Jannik Sinner, il miglior tennista azzurro al momento, il più giovane mai arrivato in semifinale a Wimbledon.

Sinner prigioniero senza colpe: fuga da Alcaraz
Jannik Sinner, è arrivato in semifinale a Wimbledon (Lapresse) – Ilveggente.it

Sì, fuga da Alcaraz, perché sempre più spesso l’azzurro viene paragonato allo spagnolo che ha battuto in finale Djokovic – il castigatore di Jannik – quando in comune onestamente hanno poche cose. Una cosa sicura: il talento. Espresso già in maniera decisamente importante dal numero 1 al Mondo, al momento un poco meno dall’italiano che nella classifica ATP è all’ottava posizione. Tutti a paragonarli quando forse la cosa più corretta da fare sarebbe quella di far vivere il magic moment a Jannik. Che ha ancora ampi margini di miglioramento. Ma proprio tanti. E il futuro è roseo.

Sinner, non c’è motivo del paragone

Jannik ha dimostrato nel corso di questa sua breve carriera di essere un tennista completo. Da quando ha cambiato allenatore è evidentemente migliorato su molti fondamentali. E con coraggio in semifinale ha affrontato Djokovic, costringendolo anche ad annullare un paio di palle set nel terzo e ultimo parziale.

Sinner prigioniero senza colpe: fuga da Alcaraz
Alcaraz (Lapresse) – Ilveggente.it

Perché continuare a paragonarlo ad Alcaraz? A noi sembra qualcosa di veramente fuori tema e fuori luogo. Ognuno ha la sua personalità. La sua voglia di giocare. La propria voglia di vincere con determinate caratteristiche. E anche Sinner probabilmente pensa che sia giusto così. Andare avanti per la propria strada, senza pensare a tutto quello che viene detto e fatto in giro. Solamente a quelle che sono le sue capacità, messe in mostra fino al momento e che possono ovviamente diventare ancora più importanti con il lavoro e con la fatica. E quella, è evidente, non ha mai fatto paura.

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