Sinner, il New York Times parla italiano: “Ha qualcosa che Alcaraz non ha”

Sinner, gli americani spezzano una lancia in favore del numero 1 italiano: c’è qualcosa che Alcaraz, a differenza sua, non ha.

La nuova generazione del tennis “parla” italiano e su questo, ormai, non dovrebbero più esserci dubbi. Jannik Sinner ha senz’altro tutti i riflettori puntati addosso, ma molti altri giocatori di talento si sono appena affacciati al circuito maggiore e già promettono di stravolgerne gli equilibri.

Sinner, il New York Times parla italiano: "Ha qualcosa che Alcaraz non ha"
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In attesa che accada, all’altoatesino non resta che godersi il momento e cavalcare l’onda. E cercare di vincere, finalmente, uno Slam, che sarebbe la ciliegina su una torta già gustosissima. Perché è innegabile, al netto del numero di trofei che compongono il suo palmares, che il campione di San Candido sia destinato a fare cose ancor più grandi di quelle che ha già fatto. Ha la piena fiducia dei suoi sostenitori italiani, ma non solo. Giunge voce che anche al di là dell’Oceano, in un continente che può vantare altrettanti talenti di grande spessore, si faccia il tifo per il numero 1 d’Italia. È nero su bianco ed è, di conseguenza, assolutamente innegabile.

Il New York Times ha dedicato un ampio servizio al nostro Sinner, soffermandosi sul modo in cui ha rivoluzionato Wimbledon. Il tennista azzurro, come noto, è stato il primo a “rompere” il rigido protocollo in vigore all’All England Club, portando con sé in campo un borsone di Gucci di un colore diverso dal bianco, il solo ammesso nel perimetro in cui si gioca lo Slam londinese. Naturalmente ha dovuto ottenere il lasciapassare degli organizzatori, per poterlo fare, ma gli va dato atto di aver contribuito a rendere meno rigide le regole in uso da anni sui verdissimi prati inglesi.

Sinner, quando il tifo è un valore aggiunto

Si parla di questo ma non solo, dunque, nell’articolo americano che ruota attorno alla figura del numero 1 italiano. Si fa riferimento, ovviamente, anche a Carlos Alcaraz e alla rivalità già in essere tra i due tennisti. Perché le battaglie agguerritissime di cui i due giovani sono già stati protagonisti, al di là del tifo, hanno appassionato il mondo intero.

L’iberico, già arrivato sul tetto del mondo e con una vittoria Slam in tasca, non avrebbe però, a detta degli statunitensi, qualcosa che Sinner invece ha. “L’italiano – sono queste le testuali parole del New York Times – ha una cosa che lo spagnolo non ha: un fervente gruppo di fan, chiamato Carota Boys, che indossano costumi da carota e si recano ai tornei per sostenerlo”.

Era doveroso, in effetti, un riferimento ai suoi fan più sfegatati, che dopo essersi fatti notare agli Internazionali d’Italia e al Roland Garros hanno fatto rotta su Londra per fare il tifo per il loro beniamino. È vero, quindi, che Jannik ha qualcosa in più di Carlos: l’amore, del tutto incondizionato, dei supporters più bizzarri ma fedeli che si siano mai visti in tribuna.

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