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Attualità

Altolà Berrettini: tutto per un paio di mutande

Berrettini, tutta colpa della biancheria intima. Il tennista romano ha vuotato il sacco: ecco cosa è accaduto.

L’amore con Melissa Satta, il rapporto coi social, la finale che gli ha cambiato la vita, i primi passi nel mondo del professionismo. Si è raccontato veramente a 360°, Matteo Berrettini, nel podcast Passa Dal BSMT. E dalla chiacchierata col padrone di casa Gianluca Gazzoli abbiamo scoperto tante cose interessanti sul suo passato e sul suo presente.

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Tra aneddoti e sfoghi, risate e confessioni a cuore aperto, in un’ora e mezza di intervista il tennista romano ci ha regalato diverse perle. Ha parlato per un bel po’, soprattutto, del suo torneo del cuore, vale a dire il magico Wimbledon. Perché se è vero che ogni Slam è emozionante, è innegabile che quello che si gioca all’All England Club avrà per sempre un posto speciale nel cuore del martello capitolino. Ed è quasi paradossale pensare che qualche anno prima, quando aveva partecipato all’edizione juniores, si era detto tra sé e sé di non sapere se su quel campo ci sarebbe mai tornato. Non solo ci è tornato, come ben sappiamo: si è addirittura regalato la sua prima finale Slam, su quel prato impeccabilmente curato.

Non c’è nulla di strano, dunque, nel fatto che i suoi occhi si illuminino, quando parla di quell’esperienza. Anche se, ad onor del vero, di Wimbledon conserva anche un altro ricordo, un po’ meno piacevole di quello legato al giorno che ha cambiato inesorabilmente il corso della sua carriera e della sua vita.

Berrettini, che sgarro: quelle mutande inappropriate

Durante il podcast, Gazzoli ha fatto riferimento, ad un certo punto, alle rigidissime regole dello storico torneo britannico. “È lo Slam delle menate” ha osservato, facendo riferimento al “cerimoniale” in uso all’All England Club e al dress code da sempre imposto a tutti i tennisti che calcano quel palcoscenico.

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Sull’eleganza a Wimbledon non si transige. “Sono tutti perfetti, precisi – ha spiegato Matteo – e credo sia una cosa molto bella che si giochi solo in bianco. Non puoi giocare neanche con la suola delle scarpe di un altro colore”. A quel punto, ha vuotato il sacco e confessato di avere involontariamente violato, in passato, le storiche regole della competizione più antica della storia del tennis.

“Una volta – questo l’aneddoto del martello romano che nel 2021 è stato incoronato viceré dello Slam londinese – avevo le mutande scure sotto il pantaloncino bianco e quindi nei campi di allenamento mi hanno detto “No, guarda…”. Ha dovuto cambiare biancheria intima, dunque, per poter fare pratica sull’erba di Wimbledon dopo essere stato “ripreso” dagli organizzatori per quel paio di mutande non in tema con il dress code.

Questo contenuto è stato modificato 20 Maggio 2023 10:36

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