Emma Raducanu, la sua storia non è poi così singolare: ecco chi ci è passato prima della britannica e ha voluto mostrarle la sua vicinanza.
Le loro storie non potrebbero essere più simili di così. A tratti identiche, se vogliamo. Il boom improvviso, l’ascesa, la fama a tratti ingestibile e poi, di punto in bianco, il buio. Fortuna che hanno l’età dalla loro e un sacco di tempo per rimettersi in carreggiata e ricominciare daccapo.
Una delle due non è ancora uscita dal “tunnel”; l’altra, invece, seppur a gran fatica, inizia finalmente a vedere la luce in fondo ad esso. Potreste aver intuito, ora che abbiamo disseminato qualche indizio, che stiamo parlando di Emma Raducanu e di Eugenie – o Genie, se preferite – Bouchard. Due atlete che hanno tante cose in comune e che, ironia della sorte, sono andate incontro allo stesso destino. Come se fossero belle e al tempo stesso “maledette” da una sorte ingiusta che si è accanita su di loro, vanificando le imprese di cui si sono rese protagoniste.
La britannica ha vinto il suo primo Slam all’età di 18 anni, ma 2 anni dopo quell’impresa storica si appresta a salutare, speriamo temporaneamente, la top 100. La canadese ha raggiunto il momento più alto della sua carriera nel 2014 quando, appena ventenne, aveva giocato la finale di Wimbledon e conquistato il quinto post del ranking mondiale. Tutti erano convinti che fosse l’astro nascente del tennis femminile, ma un brutto infortunio, unito ad un calo di motivazione, sparigliò le carte all’improvviso. La Bouchard è tornata in campo da poco, dopo un anno e mezzo di assenza, e a Madrid sta facendo molto bene, ma resta il fatto che sia relegata al 285esimo posto della classifica e che dovrà faticare molto per tornare agli antichi fasti.
Emma Raducanu e Genie Bouchard: destino comune
A porre l’accento su quanto siano simili le loro storie è stata proprio la bella Genie, che in conferenza stampa al Madrid Open ha rivelato di nutrire una grande simpatia per la Raducanu. “Mi dispiace per lei – ha detto la canadese – Ha una vita fantastica, è pronta per la vita e ha ottenuto grandi risultati. Ma posso capire un po’, forse la pressione, il controllo”.
“Qualche giorno fa ha twittato qualcosa – ha aggiunto – ha postato qualcosa sul non fare tennis un giorno e la gente le diceva “perché non vai ad allenarti?”. Io ero tipo “oh, mio Dio, ci sono passato sei, otto anni fa”. Di tempo ne è trascorso in abbondanza, ma gli haters c’erano già ai tempi della Bouchard e ci sono, ahinoi, ancora oggi.