Sinner, è proprio vero che si torna sempre dove si è stati felici: l’altoatesino si è subito rifugiato tra le sue braccia.
Un po’ di riposo, diciamocelo, se lo meritava tutto. Dopo tutte queste finali e semifinali, dopo questo inizio di stagione assolutamente pirotecnico, il minimo che potesse fare era godersi qualche giorno di sano relax. Ritemprare corpo e mente in vista dei prossimi e cruciali appuntamenti.
E non c’è posto migliore, per ricaricare le pile, di casa propria. Soprattutto della sua, che si trova in mezzo ai monti e che è proprio il luogo ideale per rigenerarsi e per prepararsi alle sfide che verranno. Ecco perché Jannik Sinner corre lì, nella sua Sesto Pusteria, ogni volta che può. Ogni volta che decide di prendersi una pausa dalle fatiche del circuito. Stavolta è stato costretto a farlo, per la verità. Se il suo corpo non gli avesse chiesto di fermarsi, forse non lo avrebbe fatto. A Barcellona ha dovuto sventolare bandiera bianca a poche ore dal derby ai quarti di finale contro Lorenzo Musetti ed è per questo che ha deciso, poi, di non giocare neanche il Masters 1000 di Madrid.
Ha preso un volo ed è tornato tra le sue montagne dopo 40 giorni di tour de force, dunque, per godersi il poco tempo libero prima delle prossime trasferte. Si torna sempre dove si è stati felici, d’altronde, e la felicità per il giovane tennista altoatesino è questa. Rivedere il luogo in cui è cresciuto e riassaporare le emozioni che caratterizzavano la sua vita “precedente”.
Chi si sta chiedendo in che modo Sinner stia trascorrendo il suo tempo libero, sarà lieto di sapere che per lui vale l’antico adagio secondo il quale il primo amore non si scorda mai. Tant’è che, appena può, ne approfitta per tornare tra le sue “braccia”.
Qualche ora fa, il numero 1 d’Italia era in tribuna a fare il tifo per la squadra di calcio del suo paese. L’Afc Sexten milita in seconda categoria e lui fa un salto al campo ogni volta che torna a Sesto Pusteria, perché quella è un po’ la sua famiglia. Prima ancora di diventare un tennista professionista, il barone rosso giocava a calcio proprio in quella squadra. Poi è arrivato il successo, sì, ma è evidente che l’altoatesino non abbia mai dimenticato le sue origini e sia rimasto profondamente legato a tutto quello che più amava.
Ed ogni volta che fa rientro a casa, per lui come per il paese stesso è una festa vera e propria. D’altra parte non capita proprio tutti i giorni di poter annoverare, tra i propri cittadini illustri, un talento del suo spessore, no?
Questo contenuto è stato modificato 25 Aprile 2023 10:59
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