Berrettini, con Melissa Satta non si scherza: il dettaglio sotto gli occhi di tutti

Berrettini, l’immagine non è passata inosservata: se ne sono accorti tutti. Guai a dire che non facciano sul serio.

Cappellino verde d’ordinanza, gomma da masticare, occhiali da sole copriocchiaie da jet-lag e trecce sbarazzine. Quando i cameraman hanno indugiato sul box di Matteo Berrettini, nessuno si è sorpreso: Melissa Satta era lì, accanto a Vincenzo Santopadre & Co., come se fosse sempre stata una di loro.

Alle sue spalle c’era anche Berrettini senior, ossia papà Luca, che come lei ha assistito inerme all’ennesima sconfitta al primo turno subita dal martello romano. Con qualche differenza sostanziale, però, rispetto ai ko precedenti. Perché se ad Indian Wells e ai quarti di Phoenix ci era parso di vedere un uomo smarrito e disarmato, a Miami non è stato così. Matteo ha dato diversi segnali: c’era con il corpo, seppur “pesante” e un po’ lento nei movimenti, e soprattutto con la mente. Ha lottato punto a punto e non si è mai dato per vinto, neanche nei momenti in cui Mackenzie McDonald gli ha dato più filo da torcere.

Che è già qualcosa. Quanto meno si è scrollato via di dosso quell’atteggiamento disfattista che lo aveva portato, al Challenger in Arizona, a supplicare il suo team di toglierlo dal campo. Quello sfogo sembra superato. Mentre la crisi, purtroppo, è ancora in corso. Il Berrettini dei bei tempi avrebbe fatto un sol boccone dello statunitense che lo ha battuto ieri. Lo avrebbe schiacciato appellandosi non solo al dritto e al servizio, ma soprattutto alla sua forza mentale. Quella che, per un motivo o per un altro, sta inspiegabilmente continuando a venir meno.

Berrettini, Melissa Satta non basta: ancora un ko

A poco è servito, dunque, l’arrivo di Melissa Satta in Florida. Perché prima ancora che del sostegno della sua fidanzata Berrettini ha bisogno di ritrovare se stesso. La fiducia nei suoi mezzi, nelle sue potenzialità.

È apprezzabile, tuttavia, che la showgirl sia volata a Miami per stargli accanto. È la prova, se mai ne servissero ancora, che fanno sul serio. Che non si tratta di un fuoco di paglia, come gli altri flirt che Berrettini si è concesso nei mesi immediatamente successiva alla rottura con Ajla Tomljanovic.

La loro storia è vera, sincera. Non le avrebbe mai permesso, altrimenti, di sedere nel box con il suo team e con suo padre. Speriamo solo, a questo punto, che ora che si sono ricongiunti lei possa infondergli la calma di cui necessita. E chissà che la prossima gara non possa essere, finalmente, quella buona.