Gratta e vinci, ecco come si è conclusa la storia del mendicante di Jesi al quale la Procura aveva sequestrato i 300mila euro vinti.
Settembre 2020. Siamo a Jesi, in provincia di Ancona. Viveva lì Tiziano Pellonara, che in città era conosciuto con un soprannome piuttosto insolito. Lo avevano ribattezzato “l’uomo del cappello” perché era grazie al suo copricapo che si guadagnava da vivere ogni giorno.
Lì, all’incrocio fra Viale della Vittoria e Viale del Lavoro, ogni volta che il semaforo intimava alle auto di fermarsi, iniziava il suo show. Quel cappello lo lanciava per aria e poi lo riprendeva mentre mostrava dei cartelli satirici legali ai temi del giorno, in cambio degli spiccioli che gli automobilisti gli concedevano nel frattempo che ingannavano il tempo in attesa che scattasse il verde. In un giorno qualunque di quell’annus horribilis, quello della pandemia, la fortuna aveva però deciso di sorridergli. La dea bendata si nascondeva in un Gratta e vinci della serie Il Miliardario.
C’erano 300mila euro, sotto la patina argentata di quel tagliando, acquistato al distributore esterno di una tabaccheria, che gli aveva cambiato la vita. O almeno così pensava. Completamente ignaro di cosa, da lì in avanti, gli sarebbe accaduto. Perché dopo quella gioia un vero e proprio terremoto sconvolse la sua nuova quotidianità.
Gratta e vinci, Tiziano ha vinto ancora una volta
Su denuncia di un parente di Pellonara, la Procura della Repubblica di Ancona aveva disposto, nello scorso mese di gennaio, il blocco delle somme vinte dal cosiddetto uomo del cappello.
Fu un vero e proprio fulmine a ciel sereno e a Tiziano non rimase altro da fare che tornare a quel famigerato incrocio. E ricominciare a mendicare alla sua maniera stravagante ma geniale che tanto piaceva agli automobilisti di Jesi. Per fortuna, però, nelle scorse ore tutto è tornato alla normalità. A quel semaforo Pellonara non dovrà più tornarci, perché è tornato in possesso dei soldi che aveva vinto nel settembre 2020.
Ecco, nello specifico, che cosa è accaduto in termini legali. «Su iniziativa di un parente – ha spiegato il suo avvocato – che paventava che il mio assistito potesse essere o essere stato circuito da terzi, la Procura aveva sequestrato gli assegni circolari in cui la vincita era stata convertita. Presentato ricorso contro il provvedimento – spiega Polita – la Procura ha, nella serata di lunedì scorso, revocato il sequestro cautelare e disposto la restituzione degli assegni e infine il Tribunale del riesame ne ha preso atto e ha posto fine alla vicenda. Tiziano non può essere privato dei suoi averi. La Procura ha preso in esame la documentazione che era stata presentata anche a riguardo di quanto Tiziano ha messo in atto una volta ricevuta la vincita, dal pagamento dei 60mila euro di tasse relative all’aver onorato alcune precedenti pendenze. Fino ad una donazione effettuata alla Caritas – ha spiegato ancora – riconoscente per averne in alcune occasioni usufruito dei servizi». Tiziano e il suo cappello, insomma, hanno vinto due volte.