Jannik Sinner e Flavia Pennetta, ecco cos’hanno in comune il tennista altoatesino e l’ex campionessa azzurra.
Era una partita dal risultato imprevedibile. Perché è vero che lo Jannik Sinner che è volato in America è un giocatore nuovo in tutto e per tutto, ma è altrettanto vero che al di là della rete c’era qualcuno che aveva un ottimo motivo per picchiare duro senza guardare in faccia nessuno.
Taylor Fritz era pur sempre il campione uscente di Indian Wells, ragion per cui ci si poteva aspettare di tutto. Quel campo lo ha già conquistato, d’altronde, per cui aveva tutte le carte in regola per gestirlo, per imporsi di nuovo. Ma il giovane statunitense non aveva fatto i conti con l’uragano Sinner, che dopo tre set pirotecnici non ha potuto fare altro che stringere la mano al suo rivale e tornare a casa con l’amaro in bocca. E il bello è che il meglio deve ancora venire: se il match contro Fritz è stato spettacolare, il prossimo sarà assolutamente indimenticabile.
Jannik sfiderà, come i bene informati certamente sapranno già, il suo “nemico” numero 1: Carlos Alcaraz. Poco importa che l’iberico sia reduce da un lungo periodo di fermo imposto da una serie di problematiche, perché al momento sembra essere in forma raggiante. Ecco perché è lecito aspettarsi che se ne vedranno di tutti i colori, in questa semifinale al cardiopalmo al Tennis Garden di Indian Wells.
Sinner erede di Flavia Pennetta a Indian Wells
Lo spagnolo ci arriverà con la voglia di issare nuovamente la sua bandiera sulla vetta del ranking Atp. L’altoatesino, dal canto suo, ci arriverà con una fame di vittoria senza precedenti. E, perché no, con qualche consapevolezza in più.
Il fatto di aver battuto il suo avversario ai quarti di finale, e di avere così staccato il biglietto per il penultimo atto del Masters 1000, gli ha regalato infatti una gioia in più. Sinner è ufficialmente il secondo giocatore italiano di tennis ad aver raggiunto le semifinali di Indian Wells. L’ultima ad esserci riuscita era stata, nel 2014, la mitica Flavia Pennetta. Che quel torneo, poi, lo vinse. E chissà che questa eredità – sarà stato geloso Fabio Fognini di non esserci riuscito lui? – non possa portare bene al giovane tennista di San Candido. Che non possa essere questo l’anno buono.
Quello del ritorno in top ten, che sarebbe il minimo per un talento del suo spessore, quello di una – o più, tanto sognare non costa nulla, no? – vittoria importante. In un Masters 1000, magari. O, perché no, in uno Slam.