Scommesse, ha violato il regolamento e adesso rischia una lunga squalifica. Arrivata l’ammissione del famoso attaccante
Intanto ha ammesso che ha scommesso. Non tutti i casi a lui imputati, ma su buona parte. E adesso rischia una lunghissima squalifica. L’ultima, ad esempio, è stata quella che ha riguardato Trippier che è stato fermato per 10 mesi prima di tornare in campo. E per l’attaccante, una delle rivelazioni di questa Premier League, le cose si sono messe male.
Ivan Toney, attaccante del Brentford, rischia di non giocare per diverso tempo. Il centravanti, esplosivo, che si è messo in evidenza nella prima parte di stagione, ha infatti confermato le accuse che la FA gli ha rivolto: quella di aver violato il regolamento sulle scommesse. Lì, come in Italia, in giocatori professionisti non possono assolutamente scommettere sulle partite di pallone, di nessun campionato. Cosa che invece Toney ha fatto tra il 2017 e il 2021. E non una o due volte, ma per 267 volte. Insomma, una catastrofe per lui che rischia seriamente di vedere spezzata una carriera che stava prendendo decisamente il volo dopo le ultime prestazioni.
Scommesse, cosa rischia Toney
Toney ovviamente rischia una lunga squalifica. Che forse non potrebbe toccare il tempo di Trippier, ma almeno sei mesi fuori dal campo dovrebbe rimanere. Un problema sia per lui sia per la sua squadra, il Brentford, che si è affidato alle sue capacità realizzative per cercare di portare acqua al proprio mulino per raggiungere i propri obiettivi personali.
Un’indagine, quella che ha visto suo malgrado protagonista l’attaccante inglese, iniziata lo scorso mese di ottobre, che non gli ha nemmeno permesso di partecipare ai Mondiali visto che era uno dei papabili di Southgate per essere convocato per il Qatar. La squalifica, di certo, arriverà e probabilmente dopo questa ammissione anche in tempi brevissimi. Sei mesi minimo che potrebbero però essere un poco di più. E per Toney stagione finita in anticipo e probabilmente la prossima inizierà anche in ritardo. Un peccato. Ma la legge è legge. E non ammette ignoranza. Anche se in questo caso dubitiamo ce ne fosse.
