Il direttore dell’area tecnica del Lecce, Pantaleo Corvino, ha lasciato intendere di aver dovuto proteggere Hjulmand dagli assalti di vari club di Serie A.
Si sapeva che Napoli e Roma avessero provato a prendere il centrocampista ventitreenne del Lecce. Si era parlato di offerte da 10 e 13 milioni. Corvino ne ha parlato ai microfoni di calciomercato.it, in onda sul canale Twitch TVPLAY.
“Non posso smentire né confermare che le grandi abbiano cercato Hjulmand“, ha dichiarato Corvino. “Ora però dobbiamo essere tutti concentrati, ma non posso smentire che ci sia tanto interesse su di lui. Quei club che si sono avvicinati abbiamo dovuto fermarli“.
“Ora c’è l’obiettivo salvezza“, ha detto ancora il direttore dell’area tecnica del Lecce, “e non vogliamo distrazioni da parte di nessuno. Abbiamo un traguardo primario che sarà molto importante per la vita futura del club: consolidarsi in Serie A. Questo si può fare mantenendo un modo di lavorare in questo modo, la nostra priorità è quella di arrivare al 4 giugno e fare questo miracolo”.
Subito dopo Corvino ha parlato di come è riuscito a prendere un grande nome come quello di Umtiti. “Quando arrivi da matricola in Serie A devi cercare di creare la miscela giusta, un cocktail di esperienza e gioventù. Per un direttore è un aspetto molto importante. L’arrivo di Umtiti risponde a questa esigenza. Lo abbiamo voluto fortemente e lui ha apprezzato“.
“Da giocatori sconosciuti e motivati come Baschirotto e Strefezza, giovani come Hjulmand e Banda, questa ci è sembrata la miscela giusta per l’obiettivo“, ha spiegato ancora Corvino. “L’operazione Umtiti teneva conto di questo, ma a volte si riesce e speriamo che in futuro possano venircene altre oppure possa esserci la disponibilità del Barcellona per rendere ancora possibile questo, così come la volontà del ragazzo di scegliere Lecce”.
“Giù le mani da Hjulmand”, Corvino detta la linea
Corvino sa che a giugno in tanti club proveranno a soffiargli Hjulmand. Ma se il Lecce dovesse confermarsi in A, la società potrebbe anche trattenerlo. Corvino è un direttore con esperienza, e sa come trattare con il calciatore e con le squadre che avanzeranno offerte.
Dato che è stato in passato collegato a Vlahovic, dallo studio qualcuno gli ha domandato cosa consiglierebbe di fare con il serbo. Venderlo o tenerlo alla Juve? “Non sono io quello che può consigliare il futuro a Vlahovic“, ha risposto Corvino. “Quando l’ho preso era minorenne. Ora è maggiorenne e sarà capace da solo di decidere insieme a chi gli sta vicino. Già era maturo quando lo presi, immaginiamoci adesso. Quando vedi un giovane come lui che viene pagato 80 milioni di euro e tu hai rischiato e magari ti sei preso qualche rimprovero per aver tolto uno slot da extra alla prima squadra, pagandolo un milione e mezzo… Questo è il rischio di quelli come me che devono puntare di più sulle potenzialità che sulle qualità conclamate. E’ logico che poteva sembrare una cosa non coerente, ma quelli come noi i rischi se li devono sapere prendere”.
“Non sono un genio, sapete tutti che si lavora per obiettivi. Quindici anni fa lasciai il Lecce in Serie A e quando sono tornato il mio obiettivo era quello di riportare il club in alto, è stato un esercizio non facile dovuto soprattutto alla creazione di un laboratorio di idee che ci ha portato a raggiungere determinati traguardi: tornare in A, riportare la Primavera in A1, creare risorse tecniche“.