Maurizio Zaccone, scrittore napoletano, ha voluto rispondere con una provocazione ai tifosi che si indignano sul caso Santoriello. Secondo l’autore non è possibile pensare che il giudizio di un pm sia influenzato dalla fede calcistica.
Intervistato ai microfoni di calciomercato.it, in onda sul canale Twitch TvPlay, Zaccone ha parlato dei temi più caldi per quanto concerne il caso Santoriello. E ha voluto chiarire perché, dal suo punto di vista, è illogico preoccuparsi della fede calcistica del pm.
“Per giudicare queste parole attendo di avere il tempo di ascoltare tutto il discorso nel quale sono state pronunciate“, ha esordito Zaccone a proposito del caso Santoriello. “Comunque comprendo siano fastidiose per qualunque tifoso juventino. Se si pensa che il giudizio di un magistrato sia influenzato da che squadra tifa dobbiamo, allora partire dal fatto che chiunque in Italia tifa una squadra, almeno un terzo dei tifosi italiani è tifoso della Juventus, quindi un arbitro su tre sulla carta è juventino!”
Dopo tale ragionamento provocatorio, Zaccone ha argomentato meglio il suo punto di vista: “Tale sospetto non mi ha mai dato da pensare ad altro. Sono state portate delle prove che dovranno essere ora giudicate da altri giudici. Io comprendo il fastidio dei tifosi per le parole di un pm, anche a me al contrario da tifoso napoletano avrebbe dato fastidio… Quando la Corte d’Appello Federale si è espressa con un -15 io poi mi sarei aspettato silenzio fino alle motivazioni, l’indignazione invece è scattata un nanosecondo dopo”.
Caso Santoriello: la posizione polemica dello scrittore Zaccone
“Il transito di figure professionali da società calcistiche a organi di vigilanza calcistici non sono cose che non sono mai successe“, ha commentato poi lo scrittore riguardo al fatto che Santoriello abbia potuto collaborare in passato con il Napoli. “Magari è meno di consuetudine un guardalinee che annulla un goal regolare e assegna un goal irregolare alla Juventus che poi diventa dirigente della Juventus. Questo crea molta più indignazione“.
E qui l’autore ha voluto specificare all’episodio cui si riferiva: “Parliamo di un Catania-Juventus del 2012… Se c’è qualcosa di poco chiaro si vada a fondo, facevo tempo fa gli auguri alla Procura per andare fino in fondo e fare chiarezza. Questo tipo di appello l’ho trovato condiviso da pochissime persone. Ho visto invece un movimento disdettista che senza leggere ancora le motivazioni del processo iniziava già a scrivere che la Juventus non si tocca“.
Infine le conclusioni: “Detto questo credo che la giustizia debba fare il suo percorso. Il tutto nasce da una sentenza che non era ancora stata motivata, per molti esperti è tra le motivazioni più corpose mai fatte, di solito si scrivono due pagine, qua ce ne sono 36. Chi dopo un’ora contesta quelle motivazioni non ha letto quelle pagine, perché ci vogliono come minimo tre ore per leggerle. Io non difendo l’operato di nessuno, bisogna rispettare la legge e la giustizia, che offre poi dei canali per fare i legittimi ricorsi”.