Fognini a un passo dalla meta: quella confessione tra progetti e rimpianti

Fognini a cuore aperto in un’intervista prima del rientro in campo: ecco qual è l’ “ultimo” desiderio del tennista di Arma di Taggia.

Il recupero procede bene, ma Fabio Fognini non se l’è sentita di rischiare. Ha preferito rinunciare all’Atp 250 di Cordoba e concentrarsi su quello che si giocherà a Buenos Aires una settimana più tardi.

Fognini a un passo dalla meta: quella confessione tra progetti e rimpianti
©️LaPresse

La frattura intra-articolare della falange lo ha costretto a rivedere la sua programmazione stagionale, ma non sarà certo questo incidente di percorso a placare la sua sete. Sì, sete, perché sbaglia di grosso chi pensa che il tennista di Arma di Taggia si sia arreso al tempo che scorre e al numero delle candeline che adornano la sua torta di compleanno. Ha ancora tanto da dare e non uscirà di scena se prima non ci sarà riuscito, come ha raccontato al Corriere dello Sport in un’intervista a tutto tondo apparsa sull’edizione odierna.

Ed ecco spiegato perché all’appuntamento di Buenos Aires tenga in maniera particolare. “In Argentina mi sono sempre sentito amato”, ha detto il marito di Flavia Pennetta, rivelando così il motivo per il quale ha scelto proprio quello, tra tanti tornei all’orizzonte. Perché chissà, magari il calore del pubblico potrebbe aiutarlo a realizzare il suo desiderio. L’ultimo di una carriera che avrebbe forse potuto essere ancor più gloriosa, ma che è comunque stata costellata da innumerevoli successi. Ne manca uno soltanto, a sentir lui.

Fognini vuole riuscirci prima dell’addio

C’è un’altra vetta ancora da scalare, prima di appendere la racchetta al chiodo. E Fognini lo farà solo nel momento in cui sarà arrivato dove vuole.

Fognini a un passo dalla meta: quella confessione tra progetti e rimpianti
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“Prima di salutare – ha confessato al Corriere dello Sportdesidererei vincere un altro torneo per arrivare in doppia cifra. Non mi interessa tanto la città né il tipo di torneo, se un 250 o un 500, ma dimostrare a me stesso di essere ancora un giocatore competitivo ad alto livello. E poi c’è la Coppa Davis, anche se parliamo di una competizione a squadre. Il mio contributo penso di averlo sempre dato”. Manca un tassello solo, quindi, al puzzle dei suoi sogni. I titoli finora vinti sono 9 e a Fabio ne basterebbe un altro soltanto per potersi dire felice e pronto a scrivere una nuova pagina della sua vita.

Dopodiché, secondo quanto rivelato nell’intervista, si metterà a disposizione delle nuove leve. Ha fondato un’agenzia di management il cui obiettivo è quello di aiutare i giovani nel passaggio dai tornei juniores al professionismo. Con un “servizio” in più da offrire loro: “Nel corso della mia carriera – ha detto il sanremese – mi sono spesso messo il bastone tra le ruote e per questo motivo vorrei dar loro una mano affinché non commettano i miei stessi errori”. Quanto ai rimpianti, ce n’è uno soltanto: “Non essere riuscito a sfruttare appieno il mio potenziale fisico. Me ne sono reso conto un po’ troppo tardi, soprattutto adesso che gioco con ragazzi che hanno quasi la metà dei miei anni. Col senno di poi penso di non aver gestito al meglio i tanti infortuni con cui ho avuto a che fare. Qualcuno al mio posto avrebbe detto la “capoccia”, ma io ho una visione opposta a riguardo. Magari se non fossi stato così probabilmente non avrei raggiunto questi risultati. Ognuno di noi è diverso con i suoi pregi e i suoi difetti. Non puoi chiedere a Fognini di esser Seppi e viceversa”.

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