Djokovic italiano mancato: quello che non sai del re di Melbourne

Djokovic, c’è molta Italia dietro l’ennesimo successo del campione serbo: ecco perché questo trionfo è anche “nostro”.

Che abbia un debole per l’Italia e, più in generale, per tutto ciò che ha a che fare con il Bel Paese, lo sanno anche i muri. Quello che non tutti sanno, però, è che c’è anche la “spinta” del tricolore, dietro gli incredibili successi collezionati in una carriera che sarà difficile, per le generazioni future, eguagliare.

Djokovic azzurro dentro: quello che non sai del re di Melbourne
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Quando Novak Djokovic ha vinto la sua battaglia contro Stefanos Tsitsipas ha trionfato, in qualche modo, anche lo Stivale. Perché c’è così tanta Italia, nella sua vita, che la sua ennesima conquista è anche un po’ nostra. Più della metà delle persone che compongono il suo team viene dalla penisola, ma non è solo questo il fil rouge che lega Nole al Bel Paese. Basti dire che a forgiarlo, in tempi non ancora sospetti, è stato un allenatore italianissimo. Il campione croato arrivò alla corte di Riccardo Piatti a 17 anni, quando l’ex coach di Sinner ancora allenava Ivan Ljubicic.

Il fatto che quell’allenatore non avesse il tempo materiale per dedicarsi a lui come papà Srdjan voleva fu, però, un deterrente. Alla fine, non se ne fece niente. Da più di dieci anni, però, è sempre un italiano doc a fare da agente al nuovo – si fa per dire, visto che in cima c’è stato molto a lungo – numero uno del mondo: lui lo chiama Dodo, ma il suo vero nome è Edoardo Artaldi. Ed è anche merito suo se il tennista parla fluentemente l’italiano e che lo addirittura lo preferisca, talvolta, al serbo.

Djokovic e quel legame indissolubile con l’Italia

Fa parte del suo team anche la moglie di Artaldi, Elena Cappellaro, sempre presente nel box riservato allo staff tecnico e ai familiari di Nole.

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«Passiamo tantissimo tempo insieme – ha raccontato il suo agente, come riferisce la Gazzetta dello Sport – Cerchiamo di essere il più professionali possibili, ma il rapporto ormai è davvero molto stretto. Elena e io cerchiamo di creare l’atmosfera di cui ha bisogno, visto il tanto tempo che Nole trascorre lontano dalla famiglia».

E non è finita qui, perché ci sono altri due italiani ancora che fa parte della grande famiglia del pluricampione Slam. Marco Panichi è il suo preparatore atletico, mentre Claudio Zimaglia – sì, è lo stesso Zimaglia che è stato al fianco di Sinner all’epoca dell’esperienza con Piatti – è il suo fisioterapista. Un team azzurro che più azzurro di così, insomma, proprio non si potrebbe.

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